Ha rimesso la querela nei suoi confronti, poi ha fatto recapitare al Tribunale, che l'ha letta in aula, una lettera con la quale ha chiesto scusa al padre, sostenendo di averlo accusato ingiustamente. E' il colpo di scena registrato questa mattina nel processo a carico di un 48enne residente in un centro poco distante da Benevento, che nel marzo 2023 era stato rinviato a giudizio perchè imputato di aver allungato le mani sulla figlia, fin da quando lei non aveva compiuto 14 anni
Difeso dall'avvocato Antonio Leone, l'uomo è stato chiamato in causa per fatti che sarebbero accaduti dal 2019 al dicembre del 2020. Secondo gli inquirenti, mentre la ragazzina era a letto, il genitore le avrebbe rivolto le sue squallide 'attenzioni', palpeggiandole più parti del corpo e costringendola a subire atti sessuali. L'udienza è stata occupata anche dalla deposizione dell'ex moglie del 47enne, poi il rinvio all'11 febbraio.
L'inchiesta, scandita da un incidente probatorio, era stata avviata dopo una denuncia nella quale la minore, assistita dall'avvocato Elena Cosina, aveva puntato il dito contro il papà. L'aveva fatto in precedenza anche contro la madre e l'attuale convivente: allora 11enne, aveva raccontato che avrebbero lasciato semi aperta la porta della loro camera da letto e la luce di una lampada accesa, e in questo modo lei li avrebbe visti nudi mentre avevano rapporti sessuali. Comportamenti al centro di un processo che si è concluso nell'ottobre del 2022 con l'assoluzione perchè il fatto non costituisce reato.