Botte alla compagna, lui: era incinta di un altro. Un 53enne non più ad arresti

Benevento. Era ai domiciliari, il Riesame decide il divieto di avvicinamento alla parte offesa

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Benevento.  

AGGIORNAMENTO 10 SETTEMBRE

Attenuata dal Riesame, al quale aveva fatto ricorso l'avvocato Gerardo Giorgione, la misura a carico del 53enne arrestato un paio di settimane fa per maltrattamenti e lesioni ai danni della compagna di nazionalità straniera. L'uomo è infatti passato dagli arresti domiciliari, ai quali si trovava, al divieto di avvicinamento, con braccialetto elettronico, alla parte offesa.

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L'ha lasciato agli arresti domiciliari, la misura ritenuta più idonea contro il pericolo di reiterazione del reato. E' quanto deciso dal gip Maria Di Carlo al termine dell'udienza di convalida dell'arresto del 53enne di Benevento fermato dalla Squadra mobile per maltrattamenti e lesioni ai danni della compagna di nazionalità straniera.

Difeso dall'avvocato Gerardo Giorgione, l'uomo ha risposto alle domande, fornendo la sua ricostruzione dei fatti. Ha sostenuto di aver litigato con la donna perchè lei lo avrebbe tradito, restando incinta, con un altro, e che le lesioni per le quali era stata giudicata guaribile in 20 giorni erano state causate non dalle botte ma da una caduta della malcapitata, finita col volto sul pavimento perchè aveva bevuto.

Secondo gli inquirenti, dopo averla presa a calci e pugni al volto ed all'addome, lui, che l'avrebbe picchiata già in altre occasioni, l'avrebbe obbligata a salire in macchina ed avrebbe strappato il telefonino dalle mani di un passante che, avendo visto in difficoltà la poverina, le aveva chiesto se avesse bisogno di aiuto. All'altezza di piazza Orsini, quando l'auto aveva rallentato, lei, che nel frattempo ha annunciato il rientro nel suo Paese, era riuscita a scendere e, nonostante l'inseguimento del 53enne,  a scappare.

Gli agenti della Volante l'avevano rintracciata lungo il Corso Garibaldi, mentre l'indagato era stato bloccato dalla Mobile nella sua abitazione, dove erano state rinvenute delle tracce di sangue della parte offesa, come confermato da un giovane che aveva fatto riferimento al diverbio scoppiato in precedenza.