C’è preoccupazione e malumore tra il personale di Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento.
"Gli agenti - come spiega il Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria del personale minorile della Campania - sono logorati dal continuo ed incessante verificarsi di gravi atti di autolesionismo, messi in atto sempre dallo stesso detenuto straniero, minorenne con evidenti problemi psichiatrici, e l’arrivo ad Airola di altri ristretti stranieri dal Nord Italia, che sta creando tensioni con i detenuti già presenti, specie quelli campani”.
Cita i disagi operativi ed organizzativi della Polizia penitenziaria in relazione gli ultimi episodi di autolesionismo attuati dal detenuto già segnalato da tempo “tali da condure la scorta a dover ricorrere alle cure ospedaliere a Benevento, addirittura in sala operatoria per la profondità dei tagli autoinflitti, sì da determinare che delle sei unità di Polizia presenti nell’IPM, ne sono rimaste in istituto solo tre, numero assai esiguo a far fronte al normale funzionamento dell'istituto” ed evidenzia che nel carcere di Airola, in questi giorni, “si sta vivendo un clima di forte tenzione tra i ristretti campani e stranieri, per cui si teme una escalation di eventi critici come già denunciato dal SAPPE, nell’indifferenza generale, nei giorni precedenti”.
De Rosa rinnova l’appello ai vertici regionali per la Giustizia Minorile di “allontanamento immediato del soggetto descritto e di chi come lui non rispetta le regole dell'istituto chiede inoltre uno sfollamento tale da poter consentire alla Polizia Penitenziaria di gestire in sicurezza l’istituto. Queste richieste sono ancora più lecite in vista dei lavori di ristrutturazione e vista l'attuale fatiscenza della struttura sannita. Questa Organizzazione Sindacale si riserva di portare la problematica agli uffici dipartimentali se non al Ministro della Giustizia, per il tramite della segreteria Generale Sappe”.
“Il Sappe esprime la vicinanza ai poliziotti di Airola”, sottolinea il segretario generale del Sappe Donato Capece, “ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti”, conclude il leader nazionale del Sappe: “lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza. Quel che è avvenuto decreta che il sistema della pena minorile è da rifondare perché è stato ed è gestito in maniera fallimentare: ora mi auguro che vengano raccolti i nostri appelli che da decenni lanciamo per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni”. Capece evidenzia che “queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti.”. E si rivolge direttamente a Carlo Nordio: “Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, specie di quelli destinati ai detenuti minori”.