“Pur avendo individuato aree di criticità nell’iter assistenziale (infezione correlata all’assistenza, assenza documentale di censimento della struttura sanitaria presso Sicob rispetto alla qualità della chirurgia proposta e quindi anche alla frequenza degli eventi avversi correlati} è possibile affermare la non sussistenza su un piano tecnico strettamente penalistico, di condotte idonee a porsi causalmente in correlazione con l’exitus”.
Sono le conclusioni, depositate in Procura e, dunque, a disposizione delle parti, alle quali sono giunti il medico legale Francesco La Sala, il chirurgo Vincenzo Pilone l'anatomopatologo Antonio Perna, ai quali il pm Chiara Maria Marcaccio aveva affidato l'incarico dell'autopsia di Emanuele, il 39enne di Tortoreto, in provincia di Teramo, morto – all'ospedale Fatebenefratelli lo scorso 18 febbraio dopo un intervento di bypass gastrico.
Sposato e padre di tre figlie in tenera età, Emanuele si era sottoposto nel 2008 ad un intervento per la riduzione del peso. Secondo una prima ricostruzione, il 1 febbraio si era ricoverato ed il giorno successivo era stato operato; poi, a distanza di sedici giorni, il decesso e la denuncia dei familiari, rappresentati dall'avvocato Antonio Paolo, che avevano indicato come loro consulente il dottore Luca Scogamiglio. Tre i tre chirurghi indagati, difesi dagli avvocati Vincenzo Regardi, Andrea Tranfaglia, Alfonso Della Rocca e Livia Migliorelli.
Secondo gli specialisti del Pm, “é possibile affermare che il decesso del sig. Emanuele sia da ricondurre ad una insufficienza cardiorespiratoria acuta secondaria ad uno stato settico- infiammatorio su base polmonare associato a peritonite acuta fìbrino-granulocitaria, complicato da trombosi autoctona del ramo lobare inferiore dell’arteria polmonare sinistra”.
E ancora: “Non è possibile concludere che interventi assistenziali alternativi a quelli posti in essere dal personale sanitario che lo ebbe in cura, avrebbero, oltre ogni ragionevole dubbio e con elevato grado di probabilità prossimo alla certezza, evitato l’evento morte ovvero ne avrebbero rallentato la progressione verso lo stesso”.