Se ne è andato quasi un quarto di secolo ma, pur essendo evidenti su di me i segni del tempo trascorso, ho fatto finta di non accorgermene. La sveglia me l'ha data una notizia che non avrei voluto conoscere perchè mi ha richiamato alla realtà: martedì sarà l'ultimo giorno di apertura del bar del Tribunale. Il titolare, Serafino, che l'aveva rilevato nell'ottobre 2000, e da allora è stato sempre affiancato da Mena, la storica collaboratrice, ha deciso di lasciare e godersi il meritato riposo.
Quanti caffè ho consumato in quel bar diventato un punto di riferimento? Migliaia, come le volte in cui ho assecondato, purtroppo, la mia passione, dannosa, per i sigari. In quel locale ho maturato una notevole esperienza perchè quei pochi minuti gomito a gomito con i compagni di avventura hanno accresciuto i miei rapporti professionali, diventati, in molti casi, anche amicali. E poi le risate sul calcio, qualche inevitabile gossip e i commenti sulle vicende più disparate.
Momenti che hanno arricchito e riempito il mio bagaglio di ricordi. Quel bar ha attraversato più fasi determinate inevitabilmente dall'afflusso: prima costante e nutrito, poi via via scemato sotto i colpi del Covid e della possibilità di regolare con la trattazione scritta telematica gli affari civili; dunque, senza la presenza in aula delle parti. Inevitabili le difficoltà e il calo degli incassi.
Per una nuova gestione bisognerà attendere l'esito del bando di gara. Su indicazione dell'Anac, non potrà indirlo la presidenza del Tribunale, che dovrà avvalersi del Comune o della Provincia. Quale che sia il successore di Serafino – questa mattina l'Ordine degli avvocati con il presidente Stefania Pavone ha donato sia a lui, sia a Mena, non senza emozione, una targa di ringraziamento -, la speranza è che al di là del bancone ci sia ancora Mena che, sorridendo, come ha fatto ogni mattina, continui a chiedermi: Enzo, stanotte è successo qualcosa?