Ancora tensione nel carcere minorile di Airola. La nuova denuncia arriva arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Nello specifico, un detenuto di origini straniere, trasferito dall'Ipm di Milano, “ha messo in subbuglio l'ordine e la sicurezza, minacciando il personale di Polizia Penitenziaria e mettendo in essere gesti di autolesionismo. Dopo varie richieste, il detenuto in questione è stato trasferito nel carcere minorile di Nisida. Ciò non di meno, altri due detenuti (peraltro con precedenti per tentata evasione) sono stati trasferiti da Nisida ad Airola”.
Secondo il vicecoordinatore regionale Sappe del personale minorile Sabatino De Rosa “l’assegnazione di questi due detenuti provenienti da Nisida risulta in contraddizione con le carenze organizzative e strutturali dell'IPM di Airola e, soprattutto, con l’avvio dei programmati interventi di ristrutturazione del penitenziario” nonostante a settembre debbano essere avviati i lavori.
Per queste ragioni, Pace e De Rosa chiedono “l’immediato trasferimento in altre sedi con posti disponibili dei due detenuti appena assegnati”.
Peraltro, sempre Pace e De Rosa auspicano “interventi urgenti delle autorità dipartimentali per le criticità lamentate, anche in relazione alla garanzia di continuità nella direzione del penitenziario minorile airolano”.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Airola arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Airola e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DGMC e del Centro regionale di Napoli intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere minorile e di chi esso lavora. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, per adulti e minori, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.