E' il dottore Salvatore Perrotta il giudice trasferito d'ufficio, dal 9 settembre, all'ufficio Gip/ Gup del Tribunale di Benevento. E' la decsione adottata dal presidente facente funzioni del Tribunale Ennio Ricci dopo l'annullamento, da parte del Consiglio giudiziario, del decreto con il quale, a giugno, era stato indicato il dottore Andrea Loffredo. Che era stato scelto dall'allora vertice del Tribunale Marilisa Rinaldi dopo l'esclusione del novero dei papabili dei giudici del dibattimento, “in quanto le recenti modifiche legislative implicherebbero ricadute negative sui numerosi procedimenti in corso per la necessità di rinnovare, in molti casi, i dibattimenti, in un settore che ha già mostrato criticità nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pnrr”.
Una motivazione non accolta dal Consiglio giudiziario, “considerato che l’art. 111 della Circolare Tabelle prevede che possano svolgere le funzioni di gip/gup i magistrati che hanno svolto per almeno due anni funzioni di giudice del dibattimento e che, nel caso di specie, il Presidente del Tribunale non ha motivato nel dettaglio le ragioni per le quali ha ritenuto di escludere dal trasferimento all’ufficio gip proprio tutti i giudici del dibattimento”.
Nel suo provvedimento Ricci ricorda che il criterio di scelta è “quello della minore anzianita di ruolo tra i magistrati in possesso dei requisiti di cui all'art.111 della circolare medesima, e che non possono essere esclusi dalla scelta i magistrati in servizio addetti al settore dibattimentale, alla luce del parere negativo espresso all’unanimità dal Consiglio”.
Poichè altri due magistrati che hanno minore anzianità di servizio sono entrambi non in possesso dei requisiti di cui all’art. 111 della circolare, è stato trasferito d'ufficio il giudice Perrotta – prenderà il posto del collega Vincenzo Landolfi, trasferito al Civile -, attualmente assegnato, dal 18 novembre 2020, alla Sezione penale — Settore dibattimento.
Le ricadute del trasferimento d’ufficio di Perrotta sui procedimenti penali già incardinati potranno essere contenute con applicazione interna del magistrato per almeno una parte di essi, secondo la proposta che il presidente della Sezione Penale, Sergio Pezza, avrà cura di elaborare, indicando i criteri di priorità.