Hanno entrambi chiesto l'assoluzione dei loro assistiti perchè il fatto non sussiste o per non averlo commesso. Lo hanno fatto dopo aver sollecitato la riqualificazione dell'accusa di corruzione in quella di traffico di influenze illecite, ed aver evidenziato una serie di elementi: la mancata identificazione dei membri delle commissioni di esame, la valenza delle pennette, contenenti quiz che erano reperibili in rete.
Sono le conclusioni alle quali sono giunti, per grandi linee, gli avvocati Antonio Leone e Domenico Chindamo, difensori, rispettivamente, di Antonio De Matteo,72 anni, di Benevento, funzionario in pensione dei vigili del fuoco, e Giuseppe Sparaneo, 55 anni, funzionario dei vigili del fuoco, di Benevento, due dei quattro imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo nato dall'inchiesta del pm Francesco Sansobrino e della guardia di finanza sui concorsi per l'accesso a polizia, guardia di finanza, carabinieri e vigili del fuoco.
l'8 ottobre sarà invece la volta degli avvocati Bruno Naso, per Claudio Balletta, 69 anni, di Roma, del Dipartimento dei vigili del fuoco, e Vincenzo Sguera, per Vito Russo , 42 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma, che risponde solo di corruzione, a differenza degli altri, ai quali è addebitata anche l'associazione per delinquere. A seguire, la sentenza del Tribunale.
Come si ricorderà, lo scorso 25 maggio il Pm aveva proposto la condanna a 13 anni per Balletta, a 10 anni e 4 mesi per De Matteo, a 6 anni e 2 mesi per Sparaneo, al quale aveva riconosciuto l'attenuante della collaborazione (“Ha confessato ciò che non poteva negare ed ha anche indicato le somme incassate dall'associazione: un dato che ci ha permesso di procedere ad un ulteriore sequestro”) e a 4 anni e 4 mesi per Russo.