Il sole fa fatica a farsi largo tra le nuvole, il caldo è afoso. Giornata uggiosa, che in qualche modo riflette il clima che avvolge la festa della Repubblica, che oggi compie 78 anni. In piazza Castello la partecipazione non è di quelle memorabili, il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, cita 'La ragazza di Bube', il romanzo scritto da Alessandro Cassola, e coglie il punto di “un amore e di una intensità diminuiti” rispetto all'appuntamento. Parla di “depressione democratica, della reticenza ad andare al voto, della rinuncia a pensare al futuro”.
La stanchezza è palpabile nell'opinione pubblica”, l'unica medicina per combattere una astenia che può diventare preoccupante è “la speranza” che vengano risolte le inadempienze di uno Stato “unico che deve restare unito”. Fin troppo evidente il riferimento al progetto dell'autonomia differenziata che aggraverebbe le differenze già esistenti, purtroppo, tra le diverse zone del Paese.
La tromba intona il silenzio, il reggimento viene passato in rassegna, la bandiera alzata. Sventola sul momento ai Caduti, ai quali vengono resi gli onori. Il prefetto Carlo Torlontano legge il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ricorda come “fare memoria sia un dovere civico, un esercizio che ogni cittadino deve fare, soprattutto se svolge funzioni pubbliche”, mentre il presidente della Provincia, Nino Lombardi, sottolinea l'importanza di assicurare “a tutti i servizi essenziali” e ritaglia per l'Italia un ruolo, quello dell'”attore di pace”, che in questo momento è davvero complicato intravedere.
Nel frattempo, resta lei, la Repubblica nata dalla Resistenza: “mentre si compra e si vende ansia” (Mastella dixit), è il nostro baluardo da difendere a tutti i costi contro le insidie, più o meno subdole, rappresentate da tentazioni autoritarie.