Sono stati assolti, perchè il fatto non sussiste, dalle accuse di estorsione ed illecita concorrenza, mentre per quella di danneggiamento è scattato il non doversi procedere per difetto di querela. E' la sentenza del gup Rpoberto Nuzzo nel rito abbreviato a carico di Niko De Luca (avvocato Antonio Leone), 32 anni, Francesco Lepore (avvocato Nazzareno Fiorenza), 30 anni, e Marco Chiariello (avvocato Massimiliano Cornacchione), 25 anni, tutti di Benevento, coinvolti. nell'indagine dei carabinieri su una estorsione della quale avrebbe fatto le spese la 'Trotta bus', l'azienda che gestisce il trasporto pubblico e le aree di sosta nel capoluogo sannita.
Pochi minuti fa la decisione (aggiornamento ore 15.48) del giudice, che non ha accolto le conclusioni del pm Maria Colucci, che aveva proposto la condanna 4 anni per i tre imputati, ma ha incrociato quelle dei difensori.
I tre giovani erano stati arresti nel maggio 2021: erano inizialmente finiti in carcere, dopo una settimana avevano ottenuto i domiciliari, fino a quando il Riesame li aveva rimessi in libertà dopo aver annullato l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vincenzo Landolfi.
Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero costretto la 'Trotta bus service', in concorso tra loro, ad accettare un parcheggio, gestito abusivamente e non autorizzato, adiacente a quello della società allo stadio Ciro Vigorito. In questo modo si sarebbero procurati “un ingiusto profitto” consistente nei soldi incassati per la sosta in un'area di 2mila metri quadri che può ospitare 170 veicoli.
Nel mirino le minacce che avrebbe subito un dipendente dell'azienda e l'incendio di due parcometri in piazza Cardinal Pacca, di cui sono ritenuti responsabili, su mandato di De Luca, Lepore e Chiariello, che con le loro dichiarazioni spontanee rese durante gli interrogatori di garanzia avevano respinto ogni responsabilità.
L'unico a rispondere al giudice era stato De Luca, che si era detto del tutto estraneo alle accuse, escludendo minacce e danni economici causati alla 'Trotta, che, aveva spiegato, riempiva sempre di auto il parcheggio allo stadio adiacente a quello che lui avrebbe gestito abusivamente. Oltre a negare qualsiasi coinvolgimento nell'incendio appiccato ai due parcometri in piazza Cardinal Pacca, De Luca aveva contestato alcune affermazioni che gli erano state attribuite, definendole una deduzione di un impiegato dell'azienda, ricordando che quest'ultimo aveva partecipato ad un corso per ausiliari del traffico che aveva organizzato con la sua cooperativa. Una circostanza che a suo dire rendeva incredibile l'affermazione secondo la quale il dipendente ne conosceva solo il nomignolo.