Una condanna per due capi di imputazione, altre otto per uno solo, un'assoluzione e il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione di un altro addebito, nei confronti di tutti.
Sono le richieste del pm Giulio Barbato per le dieci persone – una undicesima è nel frattempo deceduta -rinviate a giudizio, nel maggio del 2020, nell'inchiesta sull'appalto per la realizzazione di una strada di collegamento, per un importo di circa 4 milioni di euro, tra le aree Pip di Reino, San Marco dei Cavoti e Molinara, interessata dal crollo del ponte sul torrente Tammarecchia e di una parte dell'arteria, off limits alla circolazione. Si tratta di direttori dei lavori, progettisti, collaudatori, dirigenti del Comune di Reino, legali rappresentanti delle imprese esecutrici.
In particolare, la dichiarazione di prescrizione per una truffa ha interessato Carlo Camilleri, Giuseppe De Rienzo, Matteo Donato Sebastiano, di Benevento, Bruno Borrillo, di Molinara, Donato Antonio Tornesello, Michele Valente, Americo Travaglione, di San Marco dei Cavoti, Pietro Boffa, di Reino, Antonio Chiusolo, Francesco Chiusolo, di Baselice.
Per una tentata truffa alla Regione Campania l'accusa ha chiesto l'assoluzione di tutti, per non aver commesso il fatto, e la condanna di Boffa a 2 anni e 6 mesi, anche per crollo colposo. Un capitolo quest'ultimo per il quale il Pm ha sollecitato l'assoluzione di Valente, per non aver commesso il fatto, e le seguenti condanne: 1 anni e 10 mesi a Camilleri e De Rienzo, 1 anno e 8 mesi a Borrillo e Tornesello, 1 anno e 5 mesi ad Antonio Chiusolo, 1 anno e 2 mesi a Francesco Chiusolo, Travaglione e Sebastiano.
Quelle ricordate sono le uniche imputazioni rimaste in piedi dopo la dichiarazione di prescrizione delle altre cinque pronunciata dal Tribunale due anni fa, quando aveva accolto la richiesta avanzata in tal senso dell'avvocato Angelo Leone, che aveva incrociato il consenso degli altri difensori.
Dopo quello del Pm, gli interventi dei legali delle parti civili: gli avvocati Viviana Olivieri, per i Comuni di Reino e Molinara, e Camillo Cancellario, per il Comune di San Maroc dei Cavoti, quindi le arringhe della difesa (in corso)- oltre a Leone, sono impegnati gli avvocati Roberto Prozzo, Luigi Diego Perifano, Guido Principe e Fabrizio Federici -, che si concluderanno il 16 maggio, quando ariverà la sentenza.
Nel mirino degli inquirenti è finito l'intervento di costruzione della strada che non sarebbe stato eseguito a regola d'arte, e rispetto al quale non sarebbero stati operati i necessari accertamenti sullo stato dei terreni sui quali era stato edificato il viadotto.
L'indagine era stata scandita, nel febbraio del 2020, dal sequestro del ponte, chiuso da anni, e di una rata di circa 200mila euro che la Regione deve erogare, ma non dei beni degli imputati. Un provvedimento ordinato dal Riesame, nuovamente interpellato dopo la decisione con la quale la Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura di Benevento, aveva annullato con rinvio la sentenza dello stesso Riesame, che nel luglio 2019 aveva confermato il no del gip Maria Ilaria Romano, appunto, ai sequestri.