“Anche se il paziente avesse beneficiato 24 ore prima dell'intervento, non si può affermare – con elevata probabilità, prossima alla certezza- che l'esito sarebbe stato diverso, ovvero che sarebbe stato certamente evitato il decesso, considerando la compromissione delle condizioni generali indotta dall'obesità grave e la persistenza del focolaio settico peritoneale, dovuta al susseguirsi delle deiscenze intestinali, nonostante le procedure chirurgiche riparative”.
Sono le conclusioni alle quali sono giunti, dopo aver individuato in una sepsi la causa della morte, e non aver ravvisato “condotte omissive e/o commissive poste in essere in violazione dell'ars medica”,dai medici legali Umberto De Gennaro e Emilio D'Oro, dal professore Vincenzo Neri e dall'anatompatologo Noè De Stefano. Si tratta dei consulenti ai quali il pm Maria Dolores DE Gaudio aveva affidato l'incarico di procedere all'autopsia di Francesco, 36 anni, di Avella, dipendente dell'Air, deceduto il 3 novembre 2023 al Fatebenefratelli dopo tre operazioni.
Secondo una prima ricostruzione, il giovane si era ricoverato a metà ottobre per un bypass gastrico. Era stato dimesso ed era tornato a casa, ma le sue condizioni avevano però imposto un nuovo ricovero ed altri due interventi. Poi, il tragico epilogo. Tre i chirurghi indagati, difesi dagli avvocati Vincenzo Regardi, Adele Granata e Angela De Nisco. Per i familiari del 36enne l'avvocato Giuseppe Liccardo.