Si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip del Tribunale di Brescia, dinanzi al quale è comparso, su rogatoria del gip Gelsomina Palmieri, per l'interrogatorio di garanzia, ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee attraverso le quali ha respinto ogni addebito, sostenendo che la società con sede nella Repubblica ceca, di cui è rappresentante, opera regolarmente, ha dei dipendenti e non ha emesso fatture false per “operazioni inesistenti”.
E' stata questa la scelta di Corrado Paitoni (avvocato Grazia Luongo), 58 anni, originario di Brescia, una delle tre persone finite agli arresti domiciliari in una inchiesta della guardia di finanza e della Procura europea di Napoli centrata sulla presunta indebita percezione di un contributo pubblico del ministero dello Sviluppo economico – 700mila euro l'importo complessivo, 315mila quelli incassati - per la costruzione di un impianto per la produzione di pellet.
E' l'indagine nella quale sono rimasti impigliati i fratelli Pietro, 45 anni, e Mariano Sabatino, 43 anni, di Montesarchio, legale rappresentante e gerente di fatto della Mobility service srl , che, difesi dagli avvocati Angelo Leone e Grazia Luongo, sono stati interrogati venerdì.
Un appuntamento nel corso del quale, a proposito dei macchinari che le fiamme gialle non avevano rinvenuto a Benevento, avevano spiegato che gli stessi erano al loro posto nella sede di Montesarchio, così come testimoniato dal sopralluogo compiuto da Invitalia, con tanto di fotografie, il 15 giugno del 2023. Da qui la richiesta della difesa di revocare l'ordinanza, nelle prossime ore la decisione del gip Palmieri, che si pronuncerà sui tre indagati.