Contributo dal Ministero e fatture false, arrestati due fratelli di Montesarchio

L'indagine della finanza, ai domiciliari anche una terza persona

Benevento.  

 Indebita percezione di un contributo pubblico richiesto al ministero dello Sviluppo economico. E' l'ipotesi di reato per la quale tre persone, tra le le quali due fratelli di Montesarchio, sono finite agli arresti domiciliari su ordine del gip Gelsomina Palmieri. Si tratta di Pietro Sabatino,  45 anni, Mariano Sabatino, 43 anni, di Corrado Paitoni, 58 anni, originario di Brescia. Sotto inchiesta anche la Mobility service srl, di cui i fratelli Sabatino sono indicati come legale rappresentante e gerente di fatto.

 Il provvedimento cautelare, che ha riguardato anche  il sequestro dei conti correnti e delle somme depositate fino alla concorrenza di 315mila euro, è stato adottato, su richiesta, nell'agosto 2023, dell’European public prosecutor’s office (Eppo) di Napoli, in una inchiesta della guardia di finanza, supportata da intercettazioni e dall'acquisizione di documenti, su un una impresa -  sede legale a Montesarchio  ed unità operativa a Benevento -  operante nel settore della rivendita autoveicoli, che avrebbe chiesto un finanziamento per la costruzione di un impianto per la produzione di pellet.

Secondo gli inquirenti, la società beneficiaria del contributo avrebbe "dichiarato che il progetto era stato concluso il 28 febbraio 2022 e che a quella data i macchinari acquistati erano stati consegnati ed installati presso la sede operativa aziendale nel capoluogo sannita".
Le indagini e i numerosi sopralluoghi eseguiti dal  Nucleo di polizia economico-finanziaria avrebbero permesso di accertare che nei locali aziendali veniva svolta l’attività di vendita autovetture, officina assistenza, vendita ricambi per un noto marchio, nonché revisioni auto", e di rilevare la presunta assenza di alcun macchinario inerente l’investimento .

Per ottenere l’erogazione del contributo pubblico e documentare lo stato di avanzamento dei lavori per le spese sostenute nell’ambito dell’investimento, la società beneventana avrebbe utilizzato presunte "false fatturazioni per operazioni inesistenti emesse, con artifici e raggiri da una società con sede nella Repubblica Ceca", di cui è rappresentante Paitoni.

Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Angelo Leone e Grazia Luongo.