Si sono opposte alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm Maria Colucci, con una iniziativa che ha reso indispensabile la fissazione di una camera di consiglio. E' in programma il 30 maggio dinanzi al gip Maria Di Carlo, che dovrà decidere se scrivere o meno la parola fine sulle posizioni di sedici parte offese nell'indagine su Villa Margherita, il centro di riabilitazione di Piano Cappelle che nel marzo del 2020, in piena emergenza Covid, era finito alla ribalta delle cronache come presunto focolaio di diffusione del contagio.
Si tratta di persone, non solo di Benevento e della sua provincia che, assistite dagli avvocati Cinzia Capone, Lucia Catalano, Marcello Di Sciafani, Carmelo Sandomenico, Augusto Guerriero, Carmine Mariano, Anna Maria Martone, Lorenzo Montecuollo e Vincenzo Piscitelli, ritengono di aver subito conseguenze da quanto sarebbe successo nel centro alle porte di Benevento. Che, come ampiamente noto, è al centro di una inchiesta dei carabinieri sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio dei vertici di Villa Margherita, del direttore sanitario e del primario del raggruppamento Riabilitazione, Neurologia e Ortopedia, difesi dagli avvocati Luigi Ferrante e Luigi Giuliano, Vincenzo Regardi , Paolo Piccialli e Francesco Carotenuto (per la società). L'udienza preliminare si svolgerà l'8 maggio dinanzi al gup Loredana Camerlengo, venticinque le parti offese indicate.
Le accuse a vario titolo: epidemia colposa, omicidio colposo, lesioni colpose, calunnia.