Chiacchierano e basta, che ne sanno della fatica di arrivare a fine mese

Pensieri in libertà

chiacchierano e basta che ne sanno della fatica di arrivare a fine mese
Benevento.  

Non so voi, ma io, mentre assisto all'inarrestabile irrilevanza della carta stampata, con paginate che, dettate da agenzie e veline, si differenziano solo per la dose di veleno instillata in articoli e titoli a seconda della sponda da difendere, continuo a stupirmi di fronte ai contenuti offerti dai talk show televisivi. Momenti che dovrebbero essere dedicati all'approfondimento dei problemi che interessano l'opinione pubblica, che quasi sempre si traducono invece nella rappresentazione delle faziosità in campo.

Ogni ospite recita la parte per la quale è stato invitato: coloro che hanno il tempo e la voglia di seguire questi appuntamenti sanno già, ascoltando il nome o leggendo la testata giornalistica di appartenenza, quale sarà il punto di vista che sarà espresso: adesivo, al limite del favoreggiamento più insulso, alle tesi del governo che include i partiti ai quali fanno riferimento; fortemente critico in caso contrario. Ruoli che ovviamente si ribaltano al variare delle maggioranze, ed allora capita di vedere accalorarsi gente che in precedenza aveva gettato acqua sul fuoco di qualsiasi polemica.

Sono pochissime le voci fuori dal coro, capaci di assumere una posizione, sempre e comunque, che sia oggettiva e basta. Il resto della compagnia di giro che si alterna negli studi e dinanzi alle telecamere ha sulla giacca mostrine che, pur nascoste, si vedono eccome. Mentre l'inflazione divora tutto, mentre i carrelli della spesa, visti i prezzi, sono sempre più vuoti, ci si impicca a discussioni surreali che in molti casi saranno pure fondamentali per la vita di una democrazia, ma tradiscono il fondamento delle stessa: i cittadini.

Non quella fetta di essi che si appassiona al chiacchiericcio politicante, ma la stragrande maggioranza che quotidianamente combatte la battaglia per portare aventi la propria famiglia, far studiare i figli, che cerca una occupazione dopo averla persa, che rinuncia alle cure mediche. Realtà che cozzano praticamente sempre, cosa volete che sappia, quella ristreta cerchia di politici e conduttori, della fatica per arrivare a fine mese, di un presente sempre più incerto e di un futuro che neanche si intravede?

Ecco perchè dal piccolo schermo arriva uno spettacolo identico a se stesso, con gente che finge di accapigliarsi sulla cazzata sparata dal tizio di turno, sulla quale dalla mattina alla sera vengono costruiti i palinsesti. Chiacchiere a iosa, mentre fuori la situazione diventa sempre più complicata, anche per chi fino a qualche anno fa poteva sentirsi al sicuro o quasi perchè aveva un lavoro non precario.

Di sicuro non c'è praticamente più nulla, tranne il rumore oltremodo fastidioso ed irritante dell'ipocrisia e della retorica. Le usano quando i loro sguardi si posano talvolta, compassionevoli, sulla vita vera. Succede nelle pause dei finti dibattiti: come sempre, tutto falso. Come i loro sorrisi.