La nullità della richiesta di rinvio a giudizio per la genericità dei capi di imputazione e per la mancata corrispondenza tra gli stessi e gli atti di indagine. E' l'eccezione sollevata dalle difese, sulla quale il gup Loredana Camerlengo deciderà l'11 ottobre (in caso di accoglimento le carte tornerebbero nuovamente alla Procura), nell'udienza preliminare a carico delle trentatre persone- commercialisti, avvocati ed imprenditori- coinvolte nell'inchiesta del pm Assunta Tillo e della guardia di finanza sulle procedure di concordato preventivo e fallimento. Due di loro hanno chiesto il rito abbreviato: si tratta di Vincenzo Mataluni, 58 anni, di Montesarchio, e Angelo Argenone, 48 anni, di Montesarchio, entrambi difesi dall'avvocato Luigi Signoriello, mentre ha preannunciato l'identica scelta un terzo imputato. Anche in questo caso il giudice si pronuncerà ad ottobre.
Come più volte ricordato, nel mirino degli inquirenti sono finite le procedure di concordato preventivo e di fallimento, che – questo l'impianto accusatorio - sarebbero state ritardate, impedendo ai creditori di recuperare i soldi, ed il ruolo dello studio di Mario Porcaro. L'inchiesta era stata avviata nel 2016 dopo una segnalazione del Tribunale, che aveva bocciato la richiesta di concordato avanzata nel novembre del 2015 da una società nata dalla fusione di altre due di cui era legale rappresentante una persona arrestata al Nord con l'accusa di frode fiscale.
Una nuova società, un nuovo amministratore, ma la procedura di concordato non aveva convinto il presidente della sezione fallimentare del Tribunale Michele Monteleone, che l'aveva bocciata senza appello, decidendo di revocare tutti gli incarichi assegnati ai professionisti che avevano curato la pratica diventata 'materia del contendere', proposti anche per l'eliminazione dall'elenco dei delegati alle esecuzioni immobiliari. Era stato questo il punto di partenza di un'attività investigativa che si era poi concentrata anche su altri gruppi imprenditoriali del territorio.
Dopo la conclusione dell'inchiesta, l'avvocato Signoriello aveva fatto notare come la Cassazione avesse escluso la configurabilità del reato per il Gruppo Mataluni.
Sono impegnati nella difesa gli avvocati Giuseppe Iannaccone, Italo Palumbo, Vincenzo Regardi, Roberto Pulcino, Angelo Leone, Camillo Cancellario, Sergio Rando, Guido Principe, Carlo Iannace, Fabio Russo, Marco Calleri, Andrea Rossetti, Amedeo Barletta, Gildo Ursini, Salvino Mondello, Pierluigi Pugliese, Mario Cecere, Umberto Del Basso De Caro, Marcello D'Auria, Domenico Papaleo, Franco Coppi, Rita Bruno, Claudio Fiorini, Paola Severino.