"Corruzione per cellulari in carcere", chiesto processo per quattro beneventani

L'inchiesta della Procura di Trapani. Ad ottobre udienza preliminare

corruzione per cellulari in carcere chiesto processo per quattro beneventani
Benevento.  

Sono trentuno le persone di cui la Procura di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta, condotta  dai carabinieri e dalla polizia penitenziaria, e deflagrata' ad aprile, su droga, telefonini e corruzione nel carcere siciliano.

Il 9 ottobre l'udienza preliminare, nell'elenco degli imputati figurano anche quattro beneventani che all'epoca erano stati colpiti da una misura cautelare. Ad iniziare da Nicola Fallarino (avvocati Domenico Dello Iacono e Vincenzo Sguera), 39 anni; detenuto nel penitenziario di Trapani, al quale circa un anno fa è stata confermata in appello la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Coismo Nizza. L'elenco prosegue con la compagna Annarita Taddeo (avvocato Vincenzo Sguera), 32 anni, per la quale l'ordinanza era stata annullata dal Riesame, e con Vincenzo Piscopo (avvocato Gerardo Giorgione), 33 anni, e Roberto Fallarino (avvocato Antonio Leone), 32 anni, sottoposti all'obbligo di firma.

Nicola Fallarino è accusato di corruzione di un agente, in concorso con Taddeo ed altri, in relazione all'introduzione dei cellulari nel carcere. Un'operazione che si sarebbe concretizzata con il presunto versamento dei soldi da parte di Taddeo in un locale commerciale di proprietà del padre del compagno di cella di Fallarino. Che poi è stato chiamato in causa anche per l'episodio contestato a Roberto Fallarino e a Piscopo. Si sarebbe verificato nella notte del 1 marzo del 2022, quando il primo, accompagnato in auto dall'altro, avrebbe lanciato al di là del muro perimetrale un pallone, all'interno del quale erano stati sistemati cinque cellulari. Una scena immortalata dalle telecamere.