"Usura bancaria", prosciolti sei vertici e direttori di tre istituti di credito

Benevento. La sentenza del Gup: il fatto non sussiste

usura bancaria prosciolti sei vertici e direttori di tre istituti di credito
Benevento.  

Non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste. E' la decisione del gup Maria Di Carlo, che aveva escluso la parte civile, per le sei persone chiamate in causa da una indagine in materia di usura bancaria. Si tratta dei vertici e dei direttori di tre istituti bancari: ex Banca del lavoro e del piccolo risparmio, Banca Agrileasing, oggi Iccrea Banca Impresa SpA e Banca Intesa San Paolo: Gianraffaele Cotroneo (avvocato Antonio Della Porta), di Benevento, Claudio Romanino, di Napoli, Giovanni Boccuzzi, di Roma- sono rappresentati dall'avvocato Marcello Condemi e Tommaso Luppino delo studio Bongiorno-, Pierluigi Montefusco (avvocato Vittorio Sanguigno), di Cesinali, Michele Conti, di Castello di Cisterna, e Roberto Cupellari, di Sant'Angelo a Cupolo, difesi dall'avvocato Sergio Rando.

I fatti risalgono ad alcuni anni fa, sono relativi alle querele tra il 2012 ed il 2013 del legale rappresentante di una società- assistito dall'avvocato Federica Ventorino - di cui era stato dichiarato il fallimento nel 2009. Attenzione puntata sui presunti tassi usurari sui prestiti all'impresa.

Nel 2015 il Pm aveva incaricato un proprio consulente che aveva offerto tre ipotesi di calcolo dei tassi per ciascuna banca; la metodologia di inclusione della Commissione di massimo scoperto; l'esclusione della stessa e l'inclusione della cosiddetta commissione di massimo scoperto media. A distanza di due anni, nel 2017, aveva chiesto l'archiviazione, alla quale si era opposta la parte offesa. Il Gip aveva ordinato altri sei mesi di attività investigativa, al termine dei quali aveva deciso, nel giugno del 2018 l'archiviazione, in assenza di opposizione. Una scelta al centro del reclamo, accolto, presentato dall'imprenditore, perchè la richiesta di archiviazione era stata notificata ad un difensore diverso da quello di fiducia. Una volta superato il problema, era arrivata la seconda opposizione che aveva reso indispensabile la fissazione di una ulteriore camera di consiglio dinanzi al gip Loredana Camerlengo- siamo nel marzo del 2021- , che aveva ordinato l'imputazione coatta. Oggi la discussione e la sentenza: non luogo a procedere.