L'ammissione come parti civili del Consorzio e, in qualità di creditore, dell'avvocato Vincenzo Megna (limitatamente ad un addebito di falso), rappresentato dall'avvocato Vincenzo Zahora, quindi il rinvio al 14 dicembre, quando è in programma l'interrogatorio di due imputati. Si è chiuso cosi l'appuntamento con l'udienza preliminare, fissata dinanzi al gup Maria Di Carlo, a carico di dieci persone tirate in ballo dall'indagine del pm Patrizia Filomena Rosa e della guardia di finanza sulla gestione del Consorzio agrario provinciale.
Bancarotta: è l'accusa contestata a Giacomo Papa e Valentina Rettino, commissari liquidatori, rispettivamente, dal 2 dicembre del 2009 all'8 novembre del 2013 e dall'8 novembre del 2013 al 12 novembre del 2019; Luigi Muraca, Giulio Vecchione, Giovanna Razzano, componenti del Comitato di sorveglianza liquidatori; Gianluca Scarponi e Mara Pepe, componenti dell'Autorità di vigilanza; Nicola De Girolamo, direttore generale e commissario ad acta del Consorzio dal 2001 al 2018; Fabio Corda, commissario ad acta del Consorzio, Maurizio Boffa, attestatore del Consorzio, difesi dagli avvocati Sergio Rando, Salvatore Verrillo, Angelo Leone, Anselmo Torchia e Pietro Chiodo, Luigi Giuliano, Pietro Farina, Mario Antinucci, Vincenzo Gatti e Nazzareno Lanni.
Come più volte ricordato, nel mirino degli inquirenti è finita la presunta distrazione e dissipazione di somme di denaro riconducibili al Consorzio, in liquidazione coatta amministrativa dal 1996, che avrebbe creato problemi alla massa creditizia. Attenzione puntata, inoltre, sulla tenuta dei libri e delle scritture contabili, che non avrebbe reso possibile la ricostruzione del patrimonio e la movimentazione degli affari, e sull'esecuzione di pagamenti a favore di alcuni dei creditori.
Tutto ciò, sostiene la Procura, avrebbe determinato il consolidamento e l'incremento di una rilevante sproporzione tra attivo e passivo- con debiti pari a oltre 62 milioni di euro e risorse disponibili per circa 27 - e la formazione di uno stato di insolvenza irreversibile che avrebbe dovuto determinare gli organi del Consorzio alla richiesta di scioglimento. Invece, sarebbe stato perpetrato, anche attraverso le istanze di concordato, tutte rigettate, l'esercizio provvisorio del Consorzio.