Le voci di dentro raccontano, off record, cose che, se confermate, farebbero venire i brividi. E' destino che l'ospedale di Sant'Agata dei Goti debba continuare a far parlare di sé non per l'assistenza che potrebbe offrire, ma per il rischio al quale sembra esposto. La politica sorvola leggera le ansie e le comprensibili preoccupazioni dell'opinione pubblica, prospetta soluzioni che sono ancora di là da venire, disegna scenari che tardano a concretizzarsi.
Quale è la sorte che attende la struttura, quale è , se c'è, il futuro per l'utenza di una zona che non può restare senza un polo sanitario? Le domande si accavallano, i dubbi si affastellano e non trovano uno straccio di risposta. Mentre si susseguono comunicati e conferenze stampa che, per quanto siano apprezzabili come segno di vitalità, di interesse per ciò che sta succedendo e potrebbe succedere, non si lasciano alle spalle risultati capaci di tranquillizzare le persone.
Tutto resta ancora maledettamente sospeso, lasciato al tam tam incessante di quanti temono di restare a mani vuote. Le stesse mani che si tendono per chiedere aiuto, e mentre lo fanno invocano con forza il rispetto che si deve alle comunità, travolte da parole a gogò.