Avrebbe venduto auto usate dopo aver manomesso il tachimetro, facendole così risultare con meno chilometri percorsi. Un presunto modus operandi racchiuso nell'ipotesi di reato di frode nell'esercizio del commercio contestata dal pm Flavio Felaco a R. A., 26 anni, di Benevento.
Difeso dagli avvocati Fabio Russo e Gerardo Giorgione, il giovane è stato chiamato in causa, come titolare di un'attività di rivendita di macchine usate, da una inchiesta della polizia stradale, ora conclusa, che riguarda fatti che si sarebbero svolti dal luglio del 2017 al novembre del 2020. Un arco temporale nel corso del quale - secondo gli inquirenti -avrebbe consegnato venti auto 'ringiovanite' ad altrettante persone.
Nell'elenco compaiono cinque Fiat Panda, tre Punto, due Musa, una Polo, una Corsa, una Golf, un'Alfa 147, una C3, una C2, una Ypsilon, una Focus, una Passat ed una A8 destinate ad acquirenti – tra loro anche una società di servizi - di Benevento, Cautano, Pesco Sannita, Sant'Angelo a Cupolo, Calvi, Campagna, Pesaro, Arezzo, Sambuca di Sicilia, Arezzo, Colleferro, Roma, Solopaca e Montefredane.
La ricostruzione accusatoria fa riferimento a centinaia di migliaia di chilometri che, attraverso l'intervento sul tachimetro, sarebbero stati scaricati, rendendo meno usurati i veicoli.
Al 26enne viene anche addebitata una ipotesi di falso ravvisata nella sostituzione della carta di circolazione di una vettura e, per un autocarro, della fustella adesiva relativa alla revisione.