Torta e candeline da spegnere? Neanche per sogno: odio i compleanni

Pensieri in libertà

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Benevento.  

Ora che il tempo delle candeline è finito da un bel pezzo perchè servirebbero torte con una superficie sempre più ampia nella quale infilarle, e che l'energia per spegnerle è scemata inevitabilmente, come dimostra quel calendario a muro che, senza pietà, si è messo alle spalle centinaia di pagine; che mancano certe telefonate perché chi le faceva non c'è più, e che non vorresti rispondere a quelle – gentili ed affettuose, per carità- che arrivano e ti ricordano, purtroppo,che sei più vecchio; che nessuno si azzarda più a scattare foto che scatenerebbero soltanto la malinconia; e che la speranza è che la tua data di nascita venga infine dimenticata; ecco, ora è chiaro il motivo per il quale odio il compleanno?

Si festeggia soprattutto quando si è giovani, quando si guarda con invidia ai più grandi e si desidera – che follia- essere al loro posto, senza capire il valore di quell'immenso tesoro che si stringe tra le mani: un futuro ancora da scrivere, sogni da coltivare, altro che le certezze che si crede siano il patrimonio di chi ha già percorso un lungo tratto dell'esistenza. Chi è tenero non sa che anche quelle che appaiono più inscalfibili sono attraversate da ansie e preoccupazioni.

Certo che ogni età ha i suoi vantaggi, ma quali possono essere quelli legati ad una vita che ha imboccato il suo tratto discendente? Si osserva tutto con maggiore distacco ed un pizzico di cinismo , non ci si sorprende di fronte alla smania ossessiva di protagonismo di personaggi da operetta che non perdono occasione per atteggiarsi a vittime, immaginando che gli altri non sappiano chi sono veramente. Ci si può augurare di mantenersi in buona salute, di diventare nonni, di supportare ancora i figli anche quando non ne avranno in apparenza bisogno. Insomma, una forma di resistenza, fortunati coloro che riescono a praticarla perchéil destino ha deciso che così deve essere.

Qualche giorno fa ho incrociato un amico che, bontà sua, aveva letto il pezzo di domenica scorsa. “Smettila con la nostalgia, pensa positivo e con ottimismo”, mi ha detto ridendo. Lo faccio eccome, gli ho risposto, altrimenti perché continuerei a tormentare chi ha la pazienza di seguirmi, ad affidare alle parole la voglia di traccontare sensazioni ed emozioni che non riguardano soltanto chi scrive? Una preghiera: se doveste notarmi ai giardinetti mentre mi guardo intorno, per piacere riportatemi a casa. C'est la vie (chiusura col botto: sapevate che non conosco neanche il francese?)