E' un processo che si avvicina alla conclusione: potrebbe arrivare il 21 luglio, quando, dopo alcune deposizioni, lo spazio sarà riservato alla discussione e alla sentenza della Corte di assise su Daniel Ciocan, 28 anni, e della sorella Maria Cristina, 37 anni.
Si tratta dei due fratelli romeni che, difesi dall'avvocato Salvatore Verrillo, sono accusati di aver abbandonato Maria, la bimba di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino. Si tratta di un addebito prospettato dopo l'archiviazione, nel novembre del 2020, di quelli di omicidio e violenza sessuale.
Secondo gli inquirenti, la sera della tragedia la piccola – i genitori sono assistiti dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini--era a bordo della Polo con la quale Daniel era andato a prendere la sorella a Telese. Loro l'avrebbero condotta prima all'esterno del resort, poi nell'area della piscina; quindi sarebbero andati via e l'avrebbero lasciata lì, senza preoccuparsi del fatto che la bimba non sapesse nuotare e che avesse timore dell'acqua, nella quale si sarebbe immersa, perdendo la vita.
L'udienza di oggi è stata scandita dalle parole di tre testi della difesa e di un ingegnere che si è occupato, per le parti civili, dei risultati del Gps della macchina di Daniel.