“Due detenuti campani, entrambi 21enni, sono evasi alle prime luci dell'alba dal carcere minorile di Airola, nel Beneventano”. Restano ancora da capire i particolari e le modalità. A denunciare l'episodio sono stati dapprima l'Uspp e l'Uil Pa polizia penitenziaria. Secondo quanto si è appreso si tratta di due detenuti comuni, finiti in cella per reati contro il patrimonio. "Sono anni - ribadiscono Ciro Auricchio ed Eugenio Ferrandino, segretari regionali, rispettivamente dell'Uspp e dell' UIL PA PP - che denunciamo le carenze e le criticità del sistema penale minorile. In particolar modo, nell'ultimo anno, abbiamo denunciato le carenze strutturali dell'istituto airolese per le quali è stata deliberata la completa ristrutturazione".
Sull'accaduto è intervenuto anche il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, Sappe che tuona contro una situazione delicata nelle carceri: "Adesso è prioritario catturare gli evasi - denuncia Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del Sappe - ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere minorile”. De Rosa riferisce che “i due, alle luci dell’alba, sono fuggiti con modalità ancora in fase di accertamento ma è evidente che l’evasione comporterà per loro nuovi guai giudiziari”.
“Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile”, rimarca invece Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE -. “Catania, Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Torino, Bologna, Treviso… abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare, infatti, che nell'ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ma nessun provvedimento è stato assunto, nonostante le reiterate sollecitazione del SAPPE. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori”.
“I vari Governi che si sono alternati negli anni - rimarca il leader nazionale del SAPPE - anziché adottare provvedimenti che garantiscono ordine e sicurezza nelle carceri hanno dato corso ad una riforma penitenziaria che ha minato proprio la natura stessa di pena e carcere, affidando il carcere ai detenuti e depotenziando anche il ruolo della Polizia Penitenziaria. E questo è grave e inaccettabile”. Capece ricorda che “come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria abbiamo in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé. Anche questa clamorosa evasione conferma, purtroppo, che avevamo ed abbiamo ragione”.