Sta rientrando a Benevento da Barcellona, dove si trovava, per costituirsi, dopo aver saputo che presso la sua abitazione in città aveva fatto tappa la polizia, Antonio Musto, 29 anni, di Benevento, residente ad Agropoli, una delle venti persone colpite dall'ordinanza di custodia cautelare adottata dal gip del Tribunale di Salerno nell'inchiesta antidroga della Dda e della Squadra mobile.
Diciotto le persone finite in carcere – diventeranno diciannove percò è la stessa misura disposta per Musto -, una diciannovesima ai domiciliari.
Difeso dall'avvocato Antonio Leone, Musto, il cui nome è rimbalzato questa mattina sui media salernitani, è ritenuto il presunto referente dello spaccio di sostanze stupefacenti nel Cilento per conto dell’organizzazione capeggiata da Aniello Romano e dai suoi fedelissimi Ciro Gaeta e Giuseppe Concilio.
Nel mirino degli inquirenti un giro di droga da un 1 milione di euro l'anno: eroina, cocaina, crack e hashish acquistati nell’hinterland napoletano e dai clan dell’Agro Nocerino-Sarnese, da smistare nei quartieri salernitani di Pastena, Mariconda, Fratte, Sant'Eustachio, Mercatello e Fuorni-San Leonardo, e nelle piazze di San Mango Piemonte, Giffoni Valle Piana, Agropoli e Baronissi.
Per comunicare sarebbero stati utilizzati cellulari intestati a prestanome o persone inesistenti, , chiamando i chili di droga “calamari”.