Si può essere alti e pesare un botto, o magri ed in forma, ma, quando stiamo male, diventiamo piccoli piccoli. E' il pensiero banale che mi ha assalito qualche giorno fa di fronte ad un uomo che in Tribunale, in attesa di un processo, è stato improvvisamente colto da un malore ancora più preoccupante nel suo caso perché si tratta di una persona affetta da una grave cardiopatia.
Ero lì, ho cercato di rassicurarlo mentre era disteso su una panca e si lamentava per un forte dolore al petto. Era completamente indifeso, impossibilitato a fare qualsiasi cosa per migliorare il suo stato di salute. Era appeso ad un filo che per fortuna non si è spezzato, totalmente dipendente da ciò che avrebbero potuto fare quanti gli avevano prestato aiuto in attesa dei soccorsi.
Hai voglia a parlargli, ad invitarlo a stare tranquillo, il suo sguardo era altrove. Come non capirlo, chissà quante gliene saranno passate nella testa in quei minuti, a quante cose avrà pensato temendo che potessero essere le ultime della sua vita. E' la fragilità che ben conosce chiunque sia incappato nel destino avverso di una malattia: diventa un brutto ricordo se si riesce a superarla, diventa terribile se la prognosi è sfavorevole.
Parole che ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, imprimono un svolta alla propria esistenza, che si nutre, progressivamente, della consapevolezza che il futuro sarà limitato, che speranze e progetti resteranno tali perchè non ci sarà il tempo per coltivarli. La vita subisce un'accelerazione impressionante che impone di godere, ammesso che sia possibile, ogni secondo. Mentre le forze tendono a diminuire, mentre diventa indissolubile il legame con chi ti sta al fianco e prova ad alleviare ogni problema.
Un compito improbo, non è semplice rivolgersi, anche con frasi di circostanza, a chi disperatamente lotta per conservare la vita il più a lungo possibile. Lo osservi anche mentre dorme, è tanto piccolo ed indifeso: lo abbracci, lo stringi per trasmettergli il tuo amore, quello sì grande. Vorresti urlare la tua angoscia, ma non puoi permetterti di farlo. Perché quegli occhi che incroci hanno bisogno solo che venga alimentata la fiammella della speranza.