Accuse ritrattate ("Volevo vendicarmi"), non le hanno creduto: condannato

Benevento. Nove anni ad un 52enne accusato di abusi sulla figlia e di maltrattamenti

accuse ritrattate volevo vendicarmi non le hanno creduto condannato
Benevento.  

Non le hanno creduto. Non hanno ritenuto veritiere quelle parole con le quali aveva ritrattato le accuse contro il padre. Era stata lei a denunciarlo, poi si era rimangiata tutto. Un tentativo disperato che si è rivelato inutile perchè il Tribunale (presidente Simonetta Rotili, a latere Graziamaria Monaco e Gabriele Nuzzo) ha condannato a 9 anni – il pm Maria Colucci aveva proposto 9 anni e 6 mesi - il 52enne cittadino di nazionalità marocchina, difeso dall'avvocato Fabio Russo, accusato di violenza sessuale ai danni della figlia, fin da quando era minorenne, e maltrattamenti in famiglia.

Per lui anche il risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede ed il pagamento di una provvisionale di 1000 euro per ciascuna delle parti civili: i familiari della donna, rappresentati dagli avvocati Antonio Leone (uno dei figli) e Annamaria Soreca (la moglie), ed una associazione antiviolenza con l'avvocato Luisa Faiella. La parte offesa aveva invece ritirato già la costituzione di parte civile.

Nel novembre del 2021, l'uomo era stato arrestato e condotto in carcere, dove si trova, dopo le dichiarazioni della figlia, che .aveva ribadito le accuse,a distanza di un mese, durante un incidente probatorio. Ma nella scorsa primavera, mentre il processo si avviava all'epilogo, aveva scritto ed inviato una lettera al Tribunale, sostenendo di essersi inventata tutto. Una retromarcia confermata in aula, spiegata con la volontà di far pagare all'uomo le botte che, quando era ubriaco, rifilava alla moglie, ai suoi occhi 'rea' di aver consentito che la figlia avviasse una relazione sentimentale con un giovane che lui giudicava non perbene, al quale preferiva un connazionale. Ecco perchè, quando lui aveva effettuato una videochiamata sul cellulare della coniuge, lei aveva afferrato il telefonino e gli aveva fatto credere di essere la moglie. E' la videochiamata nella quale, secondo quanto aveva riferito agli inquirenti, il papà si sarebbe mostrato nudo e impegnato in atti di autoerotismo.

Addebiti che il 51enne aveva respinto durante l'interrogatorio successivo all'arresto e in aula, affermando di essere lui la vittima dei suoi familiari, che lo avrebbero picchiato e cacciato di casa, costringendolo a dormire in auto, e dai quali avrebbe soltanto ricevuto richieste di denaro. Quanto alla videochiamata, aveva negato aver 'esibito'.le sue parti intime. Non è vero, quella sera era ubriaco. Mi trovavo in macchina e mi sono soltanto tolto la maglietta perchè, avendo terminato di lavorare, ero sudato, aveva dichiarato.

Oggi pomeriggio, dopo le repliche del Pm e della difesa, la sentenza, che sarà mpugnata in appello.