Tentato omicidio. Brutti ricordi, ecco perchè ho rottamato l'auto di mio figlio

Benevento. Processo ad imprenditore di Ponte, parte civile anche il papà di un 30enne

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Benevento.  

Il figlio Angelo, 35 anni, è già stato condannato due mesi fa a 3 anni e 4 mesi, con rito abbreviato, per tentato omicidio di un 30enne, contro la cui auto, nella notte del 28 gennaio del 2020, era stato esploso un colpo di pistola, e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco: accuse contestate in concorso con il padre, Luigi Zampelli (avvocato Angelo Leone), 62 anni , un imprenditore di Ponte, che è stato rinviato a giudizio.

Oggi la prima udienza dinanzi al Tribunale, costellata da una novità: la costituzione di parte civile, alla quale si era opposta la difesa, anche del papà del 30enne – entrambi assistiti dall'avvocato Giovanni Itro -, nonostante tra le imputazioni non figuri quella del danneggiamento. Una richiesta, accolta dal collegio, motivata con la preoccupazione che il genitore nutriva per il figlio, al punto che, poiché gli evocava brutti ricordi, aveva rottamato la Golf usata dal 30enne.

E' la macchina centrata, all'altezza del portabagagli, da un proiettile che si era infilato nel sedile posteriore destro. Secondo Giuseppe Cristofaro, nominato dal Pm, quel colpo era stato sparato dalla Beretta calibro 7.65 detenuta legalmente da Luigi Zampelli, dal passeggero di una Smart che aveva inseguito e affiancato quella del 30enne; a bordo, sostengono gli inquirenti, i due Zampelli.

Del tutto opposta la ricostruzione del consulente della difesa, Felice Nunziata, per il quale si tratta di un colpo ortogonale, non esploso da quella pistola.

L'inchiesta era partita dopo la denuncia dell'allora 28enne, che ai carabinieri aveva riferito di essere stato per alcuni mesi un dipendente, anche se a nero, dell'impresa Zampelli, i cui titolari lo avrebbero accusato di essere il responsabile di alcuni danneggiamenti e incendi all'interno dell'azienda. Una ricostruzione contrastata da padre e figlio – erano stati arrestati, poi il Riesame aveva annullato l'ordinanza-, che avevano escluso con lui qualsiasi rapporto di lavoro, neanche a nero. Si tratta di una persona, avevano affermato, che avrebbe ripetutamente chiesto, senza ottenerlo, di essere assunta per ottenere la disoccupazione.