Sprar Vitulano: slitta interrogatorio di due indagati, dichiarazioni del terzo

Benevento. Cusano e Coppolaro dinanzi al Gip il 25 ottobre. Morisco: mi sono attenuto al contratto

sprar vitulano slitta interrogatorio di due indagati dichiarazioni del terzo

Il Comune di Vitulano: ci costituiremo parte civile. Morisco sospeso da consigliere comunale

Benevento.  

Due hanno chiesto ed ottenuto il differimento dell'interrogatorio di garanzia, per analizzare compiutamente le oltre 6500 pagine del fascicolo, mentre il terzo ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Sono le scelte operate dalle tre persone colpite da una misura nell'inchiesta del pm Licia Fabrizi e dei carabinieri sulla gara d'appalto per la gestione del centro Spar del Comune di Vitulano.

Dovranno ripresentarsi il 25 ottobre dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, che ha firmato l'ordinanza, Pietro Cusano (avvocati Giusida Sanseverino e Mario Verrusio), Responsabile unico del procedimento, sospeso da un pubblico ufficio o servizio, e Gino Coppolaro (avvocato Vincenzo Regardi), coordinatore delle due società cooperative – un'Associazione temporanea d'impresa – affidatarie dello Sprar, al quale è stato invece applicato il divieto di dimora.

E' la stessa misura disposta anche nei confronti di  Umberto Morisco (avvocati Roberto Pulcino e Angela Iavarone), ex presidente di una delle società e locatore della struttura, che ha precisato di essersi solo attenuto al contratto vigente dal 2014. I suoi legali hanno sollecitato la revoca o la sostituzione della misura, per consentire al loro assistito di tornare a Vitulano, dove gestisce anche un bar-ristorante -pasticceria. La decisione del giudice arriverà dopo il parere del Pm, che avrebbe voluto gli arresti domiciliari per i tre indagati. Intanto, il prefetto (aggiornamento del 21 ottobre) lo ha sospeso dalla carica di consigliere comunale.

L'ACCUSA

Turbata libertà degli incanti e peculato, queste le ipotesi di reato contestate in una inchiesta centrata sulla gara indetta nel 2017 e aggiudicata all'Ati, grazie alla presunta “collusione tra il Responsabile dell’Ufficio Tecnico, quale RUP della gara, uno o più membri della commissione allo stato ignoti e gli amministratori delle imprese costituite in ATI”.

Dall'attività investigativa, avviata dopo un esposto anonimo e poi supportata anche dalle dichiarazioni dell'ex coordinatrice dello Sprar, licenziata nel 2020, sarebbero emersi “gravi indizi in merito all’avvenuta manomissione della busta contenente l’offerta economica dell’ATI, volta a sostituire l’offerta originariamente presentata con una più bassa, in modo che l’ATI potesse ottenere i punti necessari per superare un’altra cooperativa partecipante alla gara d’appalto”.

Il prosieguo delle indagini avrebbe consentito di “acquisire gravi indizi su come il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vitulano, in qualità di R.U.P. per la gestione del centro di accoglienza di immigrati ubicato in quel centro, approvasse il pagamento di buste paga in favore di dipendenti di una società estranea alla gestione dello stesso, nonché liquidasse le fatture di tale società, riconducibile ad uno degli indagati, a fronte di servizi mai resi e che, invece, si sarebbero dovuti fornire ai migranti beneficiari di fondi pubblici erogati dal Ministero dell’Interno”.

E ancora: la “liquidazione delle spese asseritamente sostenute per la gestione del centro SPRAR di Vitulano” si sarebbe basata “su documenti giustificativi del tutto inconsistenti, sulla base dei quali venivano richiesti al Comune di Vitulano i rimborsi per spese mai sostenute o del tutto estranee all’attività svolta dal centro, utilizzando il corrispettivo massimo dell’appalto fissato n 790.000 euro per il triennio 2017-2019”.

In una circostanza, “al fine di aggirare il ritardo derivante dai controlli da parte del revisore dei conti”, il RUP avrebbe “garantito ugualmente l’immediata liquidazione di una fattura di €193.809,19 emessa a titolo di rimborso dalla società gestore del centro, ricorrendo alla stipula di un contratto di cessione del credito stipulato dal Comune di Vitulano in favore di un istituto di credito”. In tal modo, sarebbe stata favorita la creazione di un credito in favore di una Banca per somme che, almeno in parte, non dovevano essere rimborsate al gestore del centro SPRAR”.

LA NOTA DEL COMUNE DI VITULANO

In una nota il Comune di Vituano annuncia che  "si costituirà parte civile nel procedimento penale sulla gestione dello Sprar di Vitulano nel periodo 2018-2021 e che ha definitivamente congelato, vincolandolo all'esito dell'accertamento e per eventuali danni, l'importo già bloccato di 150mila euro relativo a quella gestione. Confermata la piena fiducia nell'attività della magistratura, alla quale ha prestato e continuerà a prestare la massima collaborazione, il comune rileva dagli atti di indagine aspetti sicuramente da chiarire e approfondire. In particolare l'accusa muove da una ricostruzione artificiosa e mirata proposta da chi è stato gestore unico fino al 2020 del servizio accoglienza, ponendo a capo del gruppo affidatario la madre ottantenne, assumendo fittiziamente il marito agente di commercio, salvo imputare poi ad altri queste scelte, insieme a presunti comportamenti illeciti per favorirla, una volta rotti i rapporti con il socio ed estromessa dalla gestione. L'amministrazione confida inoltre che possa velocemente chiarirsi anche la posizione di chi risulta allo stato raggiunto da misure interdittive".