Prima la deposizione di Orazio Vetrone, consulente della difesa, che ha proposto, illustrandola anche in un video, una diversa ricostruzione della dinamica dello scontro, a suo dire evitabile se l'auto della vittima, dopo una frenata, non si fosse spostata sulla sinistra, poi l'esame dell'imputato.
Accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall'uso dell'alcol, dopo l'incidente costato la vita, l'11 giugno del 2020, a Ponte Valentino, a Pasqualino Berardo, 72 anni, di Paduli, Roberto Cayarga (avvocato Fabio Russo), 49 anni, di Pietrelcina, si è detto molto dispiaciuto per quanto accaduto, sostenendo che quel giorno aveva bevuto a pranzo, un paio d'ore prima del dramma, due bicchieri di vino, e di non essere fuggito.
Ha raccontato – l'aveva già fatto nell'interrogatorio successivo all'arresto (poi era tornato in libertà) – di essere finito contro il guard rail con la sua Focus e che, quando ne era sceso in stato confusionale, si era accorto che lo stavano fotografando e riprendendo. Ha aggiunto di aver avuto paura, e che per questo si era allontanato di alcune centinaia di metri. Parole che hanno comprensibilmente turbato alcuni familiari della vittima presenti in aula.
Il 21 ottobre la discussione e la sentenza del Tribunale su una tragedia che si era verificata alle porte di Benevento, lungo un rettilineo all’altezza del chilometro 4+500 della statale. E' qui che era avvenuto l'impatto tra la Focus di Cayarga, che stava sorpassando, e due Fiat Panda: in una viaggiava, da solo, il 72enne– per lui era stato inutile qualsiasi soccorso -, nell'altra zia e nipote, anche loro di Paduli, trasportate in ospedale.
Per gli eredi della vittima ed una delle donne ferite, parti civili, gli avvocati Ornella Mazzeo, Domenico Zampelli e Pasqualina Renzi.