Il pm Marilia Capitanio ne ha chiesto il rinvio a giudizio, il gup Pietro Vinetti (aggiornamento ore 15.15) lo ha disposto per Antonio Rubbo, 31 anni, ed il padre Alfonso, 58 anni, di Guardia Sanframondi, titolare di un ristorante.
Difesi dall'avvocato Silvio Falato, dovranno comparire il 21 marzo del prossimo anno dinanzi al giudice Francesca Telaro. Sono stati chiamati in causa dalle indagini sull'episodio accaduto il 1 maggio del 2020, in pieno lockdown, a Guardia Sanframondi, del quale aveva fatto le spese un 35enne, anch'egli guardiese – è assistito dall'avvocato Antonio Di Santo -, ristoratore come i due imputati. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, vedendolo transitare in scooter dinanzi al proprio locale, Antonio lo avrebbe invitato ad avvicinarsi (“Vieni qua”).
Il malcapitato lo aveva fatto, credendo che la polizia municipale, che si trovava nei pressi, dovesse comunicargli qualcosa. Era invece andata diversamente, perchè l'allora 29enne lo avrebbe aggredito. Gli avrebbe strappato la mascherina e, mentre indossava ancora il casco, lo avrebbe colpito con più pugni, uno dei quali lo aveva centrato all'occhio sinistro, causandogli lesioni per la cui guarigione erano stati necessari oltre quaranta giorni.
Ad Antonio viene contestata anche la minaccia, per le parole che avrebbe adoperato successivamente: “Io ti uccido, ti faccio la pelle”. L'addebito di minaccia è anche a carico del papà, che, intervenuto sul luogo, rivolgendosi alla parte offesa, avrebbe detto: “Non ti preoccupare, non ti preoccupare che le cose si fanno a freddo”.
(foto di repertorio)