Il pm Maria Colucci aveva chiesto la condanna a 6 anni, l'avvocato Antonio Leone, per la parte civile, la dichiarazione di responsabilità dell'imputato e una provvisionale di 10mila euro, mentre l'avvocato Marianna Febbraio aveva concluso per l'assoluzione perchè il fatto non sussiste, sostenendo l'assenza di prove a carico del suo assistito.
Pochi minuti fa la sentenza con rito abbreviato del gup Maria Di Carlo, che ha assolto, per il mancato raggiungimento della prova, A. C., 20 anni, di Tocco Caudio, accusato di violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio, affetta da un lieve ritardo mentale. Si tratta di una vicenda finita al centro delle indagini dei carabinieri, che avevano tirato in ballo anche un 18enne di Tocco, per il quale è stata invece chiesta l'archiviazione.
L'imputato era stato colpito nel dicembre del 2021 dal divieto di avvicinamento alla parte offesa disposto dal gip Pietro Vinetti per un episodio che sarebbe accaduto il 30 maggio del 2021,
La ragazza aveva riferito che in mattinata avrebbe incontrato il 18enne, conosciuto in una chat, con il quale avrebbe avuto un rapporto consenziente perchè lo considerava il suo fidanzato, dandosi poi appuntamento in serata. Una uscita con più persone, perchè a loro si erano aggiunti l'allora 19enne ed altri due amici.
Tutti a bordo della macchina del 18enne, fino ad Airola, dove due passeggeri erano scesi, lasciando la 18enne in compagnia dei due tocchesi. Ancora un giro in auto, anche dinanzi al cimitero di Airola, poi la vettura avrebbe raggiunto una zona isolata e poco illuminata in territorio di Moiano, alle spalle di un locale.
A differenza del 19enne, rimasto nell'abitacolo, il conducente sarebbe sceso con la ragazza ed avrebbe avuto un altro rapporto con lei, ancora consenziente. Ai due si sarebbe poi aggiunto il 19enne, che, mentre l'altro si era allontanato, risalendo in macchina, avrebbe approfittato della giovane: l'avrebbe toccata pesantemente e, di fronte al suo rifiuto, l'avrebbe tirata per i capelli e costretta ad un rapporto orale .
I tre erano poi ripartiti alla volta di Airola, dove erano passati a prendere gli altri due. Infine, dopo un ulteriore giro ed anche una pizza consumata insieme, tutti a casa, dove lei aveva descritto ai genitori ciò che le era capitato. Da qui la corsa all'ospedale Rummo, dove aveva ricevuto le cure del caso, poi la denuncia e l'avvio dell'inchiesta, scandita da un incidente probatorio e, infine, dal divieto applicato al 19enne, per il pericolo di reiterazione del reato. Comparso dinanzi al Gip, l'allora indagato aveva escluso di aver costretto la ragazza a praticargli un rapporto orale. Non è vero, ci siamo soltanto toccati e basta, aveva affermato, mentre il suo legale aveva sottolineato le incongruenze esistenti nelle dichiarazioni rese in più momenti dalla giovane.