La docente: sono profondamente scossa, ho sbagliato a dare troppa confidenza

Benevento. 'Attenzioni' per un 12enne, la 38enne non risponde ma rilascia dichiarazioni spontanee

la docente sono profondamente scossa ho sbagliato a dare troppa confidenza
Benevento.  

E' arrivata in Tribunale che mancavano una ventina di minuti alle 10. Cappuccio di una felpa alzato sulla testa, occhialoni scuri e mascherina, ha raggiunto il quarto piano in compagnia del suo difensore, l'avvocato Angelo Leone.

Ad attenderla c'erano il gip Pietro Vinetti ed il pm Assunta Tillo, dinanzi ai quali la 38enne docente di Benevento, che  da venerdì è agli arresti domiciliari per una ipotesi di violenza sessuale sessuale aggravata ai danni di un alunno di 12 anni della scuola media di un centro della Valle Caudina nella quale insegnava, è comparsa questa mattina per l'interrogatorio di garanzia.

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande, ma non è rimasta completamente in silenzio. Perchè ha affidato ad alcune dichiarazioni spontanee le sue ragioni. Si è detta profondamente scossa dalla vicenda che l'ha travolta – al termine ha accusato un lieve malore ed è scoppiata in lacrime -, ammettendo di aver sbagliato a dare troppa confidenza a tutti e, in particolare, al 12enne, assecondandolo. Ha provato a descrivere il clima che si respirava in quella classe, dettato dall'espansività che lei mostrava nei confronti di coloro che ne facevano parte.

Un rapporto che via via era però diventato eccessivo, rispetto al quale l'indagata, che in quel periodo stava attraversando un forte momento di stress, ha precisato che, quando se ne era resa conto, aveva annunciato agli alunni che la musica doveva cambiare, e che era arrivata l'ora di smetterla con i comportamenti mantenuti fino a quel momento.

Era il 31 marzo, nel pomeriggio i genitori del 12enne avevano presentato una denuncia ai carabinieri che aveva innescato, il giorno, dopo la perquisizione ed il sequestro del cellulare della professoressa. Che, a quel punto, aveva comunicato alla scuola che non sarebbe più tornata in aula, ricevendo dopo meno di due settimane la sospensione dal servizio, da un incarico di supplenza che era comunque scaduto.

L'avvocato Leone ha chiesto la sostituzione dei domiciliari con l'obbligo di dimora e, soprattutto, l'autorizzazione perchè la sua assistita possa continuare il percorso psicologico già intrapreso da alcuni mesi. La parola passa ora al Riesame, dinanzi al quale sarà impugnata l'ordinanza di custodia cautelare, nella quale gli inquirenti ritengono di aver ricostruito i tratti della storia, le presunte condotte che la prof avrebbe avuto nei confronti del ragazzo – è rappresentato dall'avvocato Paolo Abbate -, con il quale avrebbero instaurato prima un presunto “rapporto di “predilezione in classe” poi un presunto “intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di es plicito contenuto sessuale”.