In carcere da 15 anni, ha avuto permessi premio. No a semilibertà o domiciliari

Benevento. Questione di legittimità costituzionale sollevata da difesa di Arpino Piscopo, 52 anni

in carcere da 15 anni ha avuto permessi premio no a semiliberta o domiciliari
Benevento.  

Da quel giorno di metà aprile del 2007, quando si era costituito, non ha quasi mai lasciato il carcere. C'era entrato quindici anni fa dopo aver fatto perdere le sue tracce per un mese e mezzo, sottraendosi, a marzo, all'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare adottata in una indagine antidroga della Dda e della Squadra mobile che aveva tirato in ballo, complessivamente, venticinque persone.

Una inchiesta sfociata per Arpino Piscopo, 52 anni, di Benevento, in una condanna definitiva a 21 anni (uno poi indultato) di reclusione come capo promotore di un'associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Una pena che terminerà di scontare nell'agosto del 2023, rispetto alla quale il suo difensore, l'avvocato Luca Russo, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla norma dell'ordinamento penitenziario che esclude l'ammissione alla semilibertà o ai domiciliari, in assenza di collaborazione con la giustizia, del detenuto condannato per reati ostativi, come quello associativo, anche se lo stesso ha già fruito di alcuni premessi premio.

Dopo il no del magistrato, una questione al vaglio del Tribunale di sorveglianza di Firenze – Piscopo è ospite di una struttura toscana-, che, prima di pronunciarsi, ha chiesto di acquisire alcuni atti. Se ne riparlerà il 13 settembre.