Bimbo estratto morto dal grembo della madre, tre ostetriche a giudizio

A settembre la sentenza sul dramma del 2014 al Rummo

bimbo estratto morto dal grembo della madre tre ostetriche a giudizio

Nella stessa inchiesta sono state archiviate le posizioni di sette ginecologi e di altre ostetriche

Benevento.  

L'istruttoria dibattimentale sé chiusa oggi, ora l'attesa è per il 22 settembre, quando, dopo la discussione delle parti, arriverà la sentenza del giudice Perrotta su tre ostetriche del San Pio - Ida Pugliese, Iolanda Tucci e Marcella De Cillis-, difese dagli avvocati Antonio Leone e Carmine Monaco – chiamate in causa per la morte del neonato che il 25 maggio del 2014 era stato estratto senza vita dal grembo della madre. Il primogenito che una coppia di Cervinara aveva scelto di chiamare Angeloantonio.

Secondo gli inquirenti, le tre ostetriche, “ in servizio dal 8 alle 14 del 25 maggio, nonostante la prescrizione dei medici presente in cartella, di eseguire alla paziente tracciati tococardiografici tre volte al giorno, con intervallo di 4-8 ore”, avrebbero disatteso la disposizione. L'accusa ritiene che non avrebbero effettuato alcun monitoraggio sia materno che fetale - “dall'ultimo monitoraggio delle 4.20 del mattino e fino alle ore 14.57 erano trascorse circa 11 ore”- che “avrebbe consentito un riconoscimento della sofferenza fetale ed un tempestivo taglio cesareo”. Un addebito che le tre ostetriche hanno sempre respinto, rivendicando la correttezza del loro operato.

La donna – all'epoca 27enne- si era ricoverata per partorire il piccolo. Gli accertamenti non avevano restituito problemi di sorta, ma dopo un ulteriore monitoraggio, era emersa una terribile realtà: il cuoricino del bimbo si era fermato per sempre. Un dramma al centro di una inchiesta che inizialmente aveva chiamato in causa sette tra ginecologi ed ostetriche, ma non le attuali imputate, tirate in ballo dopo una consulenza disposta nel corso della camera di consiglio fissata dopo l'opposizione dei genitori alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pm, e successivamente decisa dal Gip, nei confronti dei sette indagati iniziali.