Era l'udienza che nelle intenzioni doveva essere riservata all'escussione dei consulenti del Pm, che è però stata rinviata perchè entrambi sono risultati irreperibili alle notifiche della citazione a mezzo posta. Se ne riparlerà il 28 ottobre, ulterore appuntamento del processo a carico di tre medici ed altrettanti infermieri del Rummo chiamati in causa, a vario titolo, dall'indagine sulla morte di un 83enne di San Giorgio la Molara, avvenuta il 16 agosto del 2016.
A giudizio ci sono i dottori Cecilia Ponzano, Donatella Pisaniello e Concetta Pellegrini, e gli infermieri Angelo Di Dio, Giuseppe Calabrese e Pasquale Truppi, difesi dagli avvocati Marcello D'Auria, Antonio Leone, Raffaele Scarinzi, Fabrizio Crisci, Rino Caputo, Giorgio Esposito, Massimiliano Costa e Fabio de Maria.
Secondo una prima ricostruzione, l'anziano si era ricoverato in ospedale a metà giugno del 2016 per un problema alla colecisti. I risultati degli esami che gli erano stati praticati avevano reso indispensabile l'intervento, effettuato a luglio. Tutto era filato via liscio, nessuna difficoltà. Fino a quando, ma per una complicanza legata al drenaggio, il paziente era entrato ancora in sala operatoria.
E non è finita: perchè, sostengono il Pm ed i suoi familiari, rappresentati dall'avvocato Alberto Mignone, l'83enne aveva infatti dovuto affrontare un terzo intervento perchè nel corso del precedente gli avrebbero lasciato una garza usata a scopo emostatico nella cavità addominale. Un corpo estraneo che gli avrebbe causato un'infezione ed avrebbe determinato il ricorso all'ulteriore operazione. A distanza di meno di una settimana, infine, il decesso del pensionato. Una vicenda al centro dell'attività investigativa dei carabinieri.