Sono 67 le persone chiamate in causa dall'inchiesta del sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli John Woodcock e dei carabinieri del Nas sulle false vaccinazioni nell'hub istituito nella "Fagianeria" del Museo di Capodimonte.I loro nomi figurano nell'avviso di conclusione dell'attività investigativa, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Gli indagati- dipendenti Asl, del Ministero dell'Istruzione e dell'Università, dei Ministeri della Giustizia e dell'Interno- risiedono tra Napoli e il suo hinterland (52), le province di Salerno (4) ed Avellino (2) , Grottaglie, Viterbo, Monza, Gaeta e Bologna. All'appello non manca il Sannio, con due docenti – uno lavora in un centro della Valle Telesina (coinvolta anche la sorella, dipendente privata), l'altra a pochi chilometri da Benevento- ed una 42enne che abita in Valle Caudina, difesi dagli avvocati Ettore Marcarelli e Gerardo Giorgione
Tutti sono stati tirati in ballo da una inchiesta che, scandita dal sequestro dei cellulari e dalla revoca dei green pass, è stata supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle immagini registrate nel centro vaccinale napoletano, e successivamente dalle confessioni rese durante gli interrogatori di garanzia da un infermiere addetto alle vaccinazioni e da un operatore socio sanitario, entrambi arrestati.
La tesi della Procura è che i pazienti, dopo essere stati procacciati e veicolati per il tramite di una guardia giurata all'interno di un determinato box, avrebbero sborsato 150 euro a testa per evitare la somministrazione del vaccino, che sarebbe stato disperso in un batuffolo di ovatta.
Per quanto riguarda i due sanniti, nel mirino degli inquirenti è finito soprattutto il professore, che, dopo la finta inoculazione della dose, si sarebbe interessato per la sorella ed avrebbe indirizzato la sua collega. Le ipotesi di reato vanno a vario titolo dalla corruzione al peculato ed al falso.
Gli indagati hanno ora venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive; esaurita questa fase, il Pm procederà alle richieste di rinvio a giudizio.