Se non ci sarà il ricorso a riti alternativi, partirà il prossimo 19 ottobre, nelle forme del giudizio immediato, il processo a carico di un 50enne che da un mese e mezzo è sottoposto al divieto di avvicinamento all'ex moglie ed ai luoghi che frequenta. Difeso dagli avvocati Vincenzo Zeuli e Francesco Schettino, è ritenuto il responsabile delle condotte, racchiuse nelle accuse di maltrattamenti in famiglia, stalking e lesioni, contestate con l'aggravante di averle tenute alla presenza dei figli minori, di cui avrebbe fatto le spese la donna.
I fatti si sarebbero svolti a San Leucio del Sannio dall'ottobre del 2021 al gennaio del 2022. Secondo il pm Marilia Capitanio e i carabinieri, oltre a percuoterla ripetutamente, stringendole la gola, sbattendola contro un muro e rompendole gli occhiali, colpendola con pugni e torcendole le braccia, lui l'avrebbe minacciata, anche con un coltello. “Ti distruggo, devi stare zitta, questa è casa mia, te ne devi andare, ho già contattato delle persone per uccidere il tuo amante...”: queste alcune delle frasi che le avrebbe rivolto, accompagnandole con epiteti offensivi, Inoltre, in presa ad una esasperata gelosia, l'avrebbe accusata di aver altre relazioni sentimentali: l'avrebe svegliata di notte e le avrebbe fatto trovare in cuicina dei bigliettini sui quali erano appuntati gli orari dei suoi movimenti e delle telefonate alle quali la malcapitata non avrebbe risposto.
Oltre a controllare i messaggi sul cellulare della coniuge- è assistita dagli avvocati Giuseppe Sauchella e Francesca Maffei- , l'avrebbe costretta a spogliarsi. “Tu hai microchip e microfoni nascosti addosso, spogliati”, le avrebbe urlato. Poi, quando la poverina si era rifugiata dalla madre, le aveva chiesto perdono, salvo poi ricominciare i suoi comportamenti quando era rientrata sotto il tetto coniugale, infine abbandonato dal 50enne nello scorso novembre.