Carcere Airola, il Sappe lancia allarme sulla gestione dei detenuti psichiatrici

Il rappresentante del sindacato polizia penitenziaria: ogni giorno contiamo feriti tra gli agenti

carcere airola il sappe lancia allarme sulla gestione dei detenuti psichiatrici
Airola.  

Forti proteste del personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere minorile di Airola per la gestione dei detenuti minorenni con problemi psichiatrici, in particolare di uno dei rivoltosi di Treviso. A riferirle è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“La gestione dei detenuti minorenni con problemi psichiatrici nel carcere minorile di Airola è sempre più complessa e complicata”, denuncia il Vice Coordinatore regionale campano per il settore minorile del SAPPE Sabatino De Rosa. “Da alcune settimane, un detenuto psichiatrico di origini albanesi, minorenne, promotore della rivolta di Treviso (istituto chiuso poi per inagibilità), dove ha ferito un agente con un pugno, sta determinando seri problemi l'istituto sannita dove ha messo in atto più volte gesti di autolesionismo procurandosi tagli in tutto il corpo con oggetti rudimentali. Tra l’altro più volte si è opposto a rientrare in cella e addirittura, anche qui ad Airola, ha minacciato di morte un collega e la sua famiglia. Ovviamente, ha collezionato anche presso l’Ipm di Airola varie denunce e sanzioni disciplinari, ma le cose sembrano non cambiare. In tutti questi eventi critici citati è intervenuta spesse volte la guardia medica, altre volte è stato portato presso il Pronto Soccorso più vicino, sia di giorno che di notte. I poliziotti in servizio nel carcere minorile di Airola sono bravissimi a contenere le violente intemperanze dell’uomo, ma la situazione è insostenibile”.

Solidarietà ai poliziotti in servizio ad Airola arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Torno a denunciare come la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri campane e del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane, per adulti e minori, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G., merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri”.

Dura la presa di posizione del SAPPE: “Se gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali non pongono tra le priorità d’intervento la garanzia dell’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari, sentiranno presto la nostra voce d’ira e di protesta nelle piazze! Le carceri sono in mano ai delinquenti e l’Amministrazione della Giustizia minorile e di Comunità ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. E’ una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità”.