Sono tredici le persone chiamate in causa, a vario titolo, dall'inchiesta del sostituto procuratore Assunto Tillo su alcune vicende nel carcere minorile di Airola.
Dovranno presentarsi dinanzi al gup Pietro Vinetti, il 3 marzo del 2023, Mariangela Cirigliano, di Airola, vice direttore e responsabile dell'area amministrativa dell'Istituto penale minorile di Airola, Giuseppe Meoli, di Apollosa, infermiere presso l'Ipm, Orazio Pascarella, di Santa Maria a Vico, impiegato presso l'ufficio ragionieria del'Ipm, Biagio Tangredi, di Rotondi, Gennaro Cicala, di Airola, assistenti capo della polizia penitenziaria in servizio all'Istituto, Domenico Arganese, di Bucciano, Clemente Arganese, di Bucciano, Raffaele Crisci, di Forchia, Vincenza Di Caprio, di Sant'Agata dei Goti, Angelo Giovanni Ianniello, di Airola, Giuseppe Ruggiero, di Airola, legali rappresentanti di alcune ditte, Filippo Di Marzo, di Angri, Samantha Gagliardo, di Airola, dipendenti dell'Ipm, difesi dagli avvocati Massimo Amoriello, Mario Cecere, Anna Lisa Fucci, Ettore Marcarelli, Valeria Verrusio, Vincenzo Megna, Roberto Iglio, Angelo Leone, Giovanni Morvillo, Pasquale Moscato, Diego Ruggiero.
Diverse le accuse e le posizioni: una presunta induzione indebita a dare o promettere utilità ( e truffa) è contestata a Cirigliano, che avrebbe indotto Di Caprio, legale rappresentante di un'associazione, a consegnarle dal 2015 al 2017 l'importo complessivo di 9mila euro quale parte maggiore della somma percepita per i progetti rieducativi e trattamentali per i detenuti nella struttura. Soldi che, secondo gli inquirenti, sarebbero poi stati destinati a Pascarella, al quale è stata contestata la ricettazione, per l'attività svolta.
Alla Cirigliano ed ai titolari di quattro ditte – Ruggiero, Clemente Arganese, Domenico Arganese e Ianniello - sono poi addebitate altre presunte induzioni indebite a a dare o promettere utilità dal 2015 al 2019: in tutti i casi si parla di una somma non quantificata per i progetti ed lavori di manutenzione elettrica e non solo.
Per la stessa Cirigliano, poi, altri due addebiti di truffa in concorso con Crisci, titolare di una società, e di depistaggio, con Di Marzo e Gagliardo: quest'ultima accusa è stata ravvisata nella mancata trasmissione alla polizia giudiziaria della documentazione richiesta sui contratti di affidamento ad un'associazione.
Unica la contestazione, quella di una presunta truffa, per Meoli, Cicala e Tangredi, tirati in ballo perchè avrebbero presentato all'Asl, a nome di due detenuti, prescrizioni per analisi cliniche gratuite.
Nella stessa indagine, come è noto, è attesa la decisione del Riesame sull'appello proposto dal Pm contro il no del gip Gelsomina Palmieri all'adozione di quattro misure cautelari: gli arresti domiciliari per Cirigliano e la sospensione per sei mesi dal pubblico servizio per Meoli, Tangredi e Cicala.