Annullata dal Riesame, che ha accolto il ricorso dell'avvocato Danilo Riccio, l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari adottata dal Gip di Napoli nei confronti del 22enne Marco Amedeo Sanzari, di Guardia Sanframondi, coinvolto in una inchiesta della Procura e della guardia di finanza su una presunta truffa sul bonus cultura 18 App del valore di 500 euro. Il Tribunale ha 'cassato' il provvedimento ed ha riqualificato l'ipotesi di truffa in quella di indebita percezione di fondi dello Stato.
Come si ricorderà, il giovane era tornato in libertà il 1 giugno, con l'obbligo di firma, dopo l'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale si era avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il difensore aveva sottolineato l'assenza di qualsiasi conoscenza e di qualsiasi rapporto di Sanzari con gli altri quindici indagati sottoposti a misura, con l'esclusione del commerciante napoletano con il quale, dopo aver scaricato l'App e preso il bonus, sarebbe entrato in contattato con l'intenzione di acquistare un computer.
Un prodotto non incluso nella lista di quelli che era possibile comprare: un ostacolo che l'interlocutore gli avrebbe proposto di saltare. In che modo? Trattenendo 150 euro come tasse da versare allo Stato e restituendogli i restanti 350 euro. Una soluzione che il 22enne avrebbe accettato, indicando, come conto corrente sul quale ricevere la somma, quello del genitore, per questo indagato per riciclaggio. Inoltre, avrebbe procacciato una serie di amici della zona, ai quali avrebbe illustrato l'iter che aveva seguito.