Sparò al figlio, condannato per tentato omicidio a 8 anni e 8 mesi

Rito abbreviato, la sentenza per Antonio Libardi, 61 anni, di Sant'Agata dei Goti.

sparo al figlio condannato per tentato omicidio a 8 anni e 8 mesi

Il giovane era stato colpito di striscio ad una spalla

Sant'Agata de Goti.  

Il pm Marilia Capitanio aveva proposto 8 anni, ma il gup Loredana Camerlengo, disattendendo le richieste della difesa, che puntava alla riqualificazione dell'accusa inziale in quella di lesioni aggravate dall'uso dell'arma, è andato oltre. Ed ha fissato in 8 anni e 8 mesi la condanna con rito abbreviato per Antonio Libardi (avvocato Danilo Riccio), 61 anni, di Sant'Agata de' Goti, titolare di un impianto di autodemolizione, arrestato dai carabinieri il 21 maggio del 2020 per il tentato omicidio del figlio Giuseppe, 28 anni, centrato di strsicio ad una spalla, per fortuna senza gravi conseguenze, da uno dei due colpi sparato da una pistola calibro 38.

Libardi, tornato in libertà nell'ottobre del 2021 dopo diciassette mesi di custodia cautelare (undici in carcere, sei ai domiciliari), era stato destinatario di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Di Carlo, su richiesta del sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa, e successivamente confermata dal Riesame.

L'arma non era stata rinvenuta nell'immediatezza ma a distanza di venti giorni, quando i militari l'avevano scovata, munita di due cartucce, nell'intercapedine del portellone posteriore di una Fiat Punto, uno dei pezzi di ricambio presenti nell'attività commerciale. Un'arma con matricola punzonata, risultata rubata a Roma – si tratta di un capitolo al centro di un'altra udienza-, che non avrebbe potuto detenere, con la quale avrebbe fatto fuoco.

Libardi era rimasto in silenzio durante l'interrogatorio di garanzia, lasciando agli atti solo le dichiarazioni rilasciate quando era stato fermato e sottoposto allo stub dai carabinieri, ai quali aveva raccontato di aver sparato perchè temeva che i ladri stessero rubando nel suo capannone, dove c'era invece il figlio. Una ricostruzione incrociata con quella resa dalla vittima, che aveva dato l'allarme al 112, e di altri familiari, vagliata anche attraverso le immagini di una telecamera che lo aveva ripreso sotto un porticato, mentre camminava.