Assemblea avvocati, sì all'astensione del 15 giugno indetta dalla Camera penale

La protesta decisa dopo lo scontro tra un giudice ed un legale

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Benevento.  

Sì all'astensione dalle udienze per il prossimo 15 giugno già indetta dalla Camera penale. E' quanto deciso dall'assemblea degli iscritti all'Ordine degli avvocati, convocata sullo scontro tra il giudice Loredana Camerlengo e l'avvocato Angelo Leone. Numerosi i legali che hanno partecipato, era da un bel pezzo che non se vedevano tanti in un'assise.

In apertura il presidente del Consiglio dell'Ordine forense, Stefania Pavone, ha letto i documenti messi a punto dallo stesso Ordine, dalla Camera penale, dalla sezione dell'Associazione nazionale magistrati e dal presidente del Tribunale, Marilisa Rinaldi, dopo l'incontro con i vertici dell'Ordine. Hanno offerto il loro contributo alla discussione, tra gli altri, gli avvocati Simona Barbone, presidente dei penalisti sanniti, Alberto Mignone, Luca Guerra, Luigi Rotondi, Salvatore Verrillo, Vincenzo Megna, Giancarlo Di Gregorio, Giovanni Bonelli, del Comitato pari opportunità, Antonio Polcino, Antonio Lonaardo, al vertice della Camera civile, che ha aderito alla protesta, Bruno Camilleri, Spartico Capocefalo, Francesca Cilento. Minimo denominatore comune, negli interventi, la rivendicazione del ruolo del difensore e del diritto alla difesa.

A tirare le somme è stato il vicepresidente dell'Ordine, Vincenzo Regardi, che ha proposto l'adesione all'astensione, incassando il consenso dell'assemblea.  In arrivo una delibera nella quale ci sarà la presa d'atto della diversa valutazione data dall'Anm e dal presidente del Tribunale. 

"I rapporti tra la magistratura beneventana e l’avvocatura – aveva scritto l'Anm con il presidente Assuna Tillo -  sono stati sempre improntati a tali principi e perciò stupisce, e non poco, come un episodio isolato e circoscritto, i cui contorni sono ancora da chiarire, abbia potuto produrre una reazione così eclatante da parte degli organismi dell’avvocatura fondata su un’istruttoria all’evidenza sommaria e unilaterale. Un approfondimento preventivo con la interlocuzione con chi ha la responsabilità dell’ufficio avrebbe molto probabilmente consentito di accertare le ragioni della reazione del giudice, che si ricorda ha la disciplina dell’udienza e ha il dovere di garantire il suo ordinario svolgimento, e di comporre la frizione avutasi in aula".

Dal canto suo, Rinaldi aveva espresso “piena consapevolezza che lo spiacevole episodio non si ripeterà in futuro”, ed aveva spiegato che, “fermo restando che la valutazione sulle condotte serbate in udienza spetta agli Organi preposti, all'esito degli accertamenti che saranno ritenuti necessari, non può rimarcarsi che, di fatto, alcun provvedimento abnorme di allontanamento di un difensore è stato adottato nel corso dell'udienza, né un provvedimento di tal genere potrebbe mai essere adottato”.