Annullata dalla Cassazione, con rinvio dinanzi al Tribunale di Benevento, che dovrà nuovamente pronunciarsi, l'ordinanza con la quale il Riesame aveva confermato anche il sequestro di alcuni beni immobili di una società che si riteneva fosse nella disponibilità di Paolo Di Donato (avvocati Pietro Farina e Vittorio Fucci), 50 anni, di Sant'Agata dei Goti, indicato come amministratore e gestore di fatto di Maleventum, il consorzio che gestiva i centri migranti, e dei suoi familiari.
Il sequestro era scattato a febbraio, durante l'esecuzione di un decreto del Gip, affidata alla guardia di finanza, adottato per una ipotesi di peculato, e fino alla concorrenza di 770mila euro e passa, a carico di Di Donato e delle due sorelle, Silvana e Graziella.
Nel mirino degli inquirenti, spese per borse, viaggi, e pernottamenti in albergo, ma anche alcune operazioni, tra le quali il trasferimento di un terreno da una società al Consorzio, con un atto mai perfezionato.
Si tratta del secondo sequestro per Di Donato, dopo quello del luglio del 2020 per oltre 1 milione di euro, per una ipotesi di appropriazione indebita. Due provvedimenti cautelari firmati nel secondo troncone, quello finanziario, dell'indagine sulle strutture di accoglienza, sfociata in un processo in corso.