Concorsi forze ordine, due dirigenti Ministero dell'Interno parlano di Balletta

Ascoltati oggi nel processo a carico di cinque persone

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Benevento.  

Hanno ripetuto ciò che avevano già dichiarato tra settembre e novembre del 2020, quando erano stati ascoltati. Lo conoscevamo solo per i rapporti di lavoro, hanno ribadito i due dirigenti del Ministero dell'Interno – uno è ora in pensione - a proposito del viceprefetto Claudio Balletta (avvocato Bruno Naso), 67 anni, di Roma, del Dipartimento dei vigili del fuoco, uno dei cinque imputati nel processo nato dall'inchiesta del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e della guardia di finanza sui concorsi per le forze dell'ordine. Con lui ci sono a giudizio Antonio De Matteo (avvocato Antonio Leone),70 anni, di Benevento, funzionario in pensione dei vigili del fuoco.

Con lui ci sono a giudizio Giuseppe Sparaneo (avvocato Domenico Chindamo), 53 anni, anch'egli funzionario, in servizio, dei vigili del fuoco di Benevento, Antonio Laverde (avvocato Mauro Iodice), 46 anni, originario di Benevento ma residente a Fonte Nuova, in provincia di Roma, maresciallo della Finanza in servizio al Comando generale, e Vito Russo (avvocati Vincenzo Sguera e Francesca Golia)), 41 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma.

Associazione per delinquere (contestata a Balletta, De Matteo e Sparaneo) e corruzione le accuse, attenzione puntata su un presunto giro di denaro per le selezioni di accesso – anche quelle ancora non pubblicate – a vigili del fuoco, finanza, polizia e carabinieri.

Associazione per delinquere (contestata a Balletta, De Matteo e Sparaneo) e corruzione le accuse, attenzione puntata su un presunto giro di denaro per le selezioni di accesso – anche quelle ancora non pubblicate – a vigili del fuoco, finanza, polizia e carabinieri. Per altre tre persone, invece, l'udienza preliminare è in programma il 22 giugno.

Assenti all'udienza di oggi altri due testimoni che avrebbero dovuto deporre: uno nelle forme previste come imputato in un procedimento connesso – sarà in aula il 31 maggio- e uno specialista di informatica di cui è stata acquisita la relazione.

L'indagine, supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche, operate anche con l'uso del trojan installato nello smartphone di De Matteo, ha messo nel mirino le pen drive con i quiz per i concorsi che sarebbero state consegnate ad oltre 100 candidati o loro familiari dal settembre 2019 al marzo 2020 in cambio, da ciascuna di loro, di 2mila euro.

Vastissima la platea dei beneficiari – candidati e loro familiari -, per i quali si procede separatamente.