Affidato dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino al Racis – il Raggruppamento della Scientifica di Roma – l'incarico di procedere agli esami al microscopio dei residui di polvere da sparo sugli indumenti di Pellegrino Sellitto, 56 anni, di Montesarchio, titolare di un supermercato e di un negozio di ortofrutta nella cittadina caudina, che nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio scorso era stato arrestato dai carabinieri per duplice tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma comune da sparo. Giovedì, a Tor di Quinto, nella Capitale, il via alle operazioni, disposte in un una inchiesta sfociata in una ordinanza di custodia cautelare a carico di Sellitto, che il Riesame aveva però annullato, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Leone e Pierluigi Pugliese.
Le ipotesi di reato gli erano state contestate per l'episodio accaduto alla frazione Cirignano nel pomeriggio del 13 gennaio, quando due persone erano rimaste ferite dai colpi di pistola esplosi da Sellitto. Comparso dinanzi al gip Loredana Camerlengo, aveva affermato di aver fatto fuoco per paura, per sottrarsi ad una (presunta ndr) aggressione con mazze e spranghe ai suoi danni e del figlio. Punto di partenza della sua ricostruzione, l'aggressione della quale sarebbe rimasto vittima il figlio, a quanto pare per contrasti con una ditta concorrente su chi dovesse caricare per prima le mele.
A distanza di una decina di minuti, e dopo aver visto arrivare più persone munite di mazze e spranghe, lui – questa la sua versione- avrebbe prelevato dall'abitazione la pistola 9x21 che deteneva legalmente e l'avrebbe portata all'esterno, nel piazzale del deposito. Qui, avrebbe inizialmente sparato in aria, poi, cadendo all'indietro mentre lo riempivano di botte, avrebbe esploso dei colpi, senza rendersi conto che avessero causato due feriti: C.L., 46 anni – di Montesarchio- e un suo dipendente, S.B., 56 anni, di Somma Vesuviana, autista della ditta di cui è proprietario. Il primo, centrato alle gambe, era stato giudicabile guaribile in 10 giorni, mentre per l'altro, raggiunto all'altezza di una scapola, i medici dell'ospedale San Pio si erano riservati la prognosi.
Un quadro, quello descritto da Sellitto, al quale, nel computo delle parti offese – sono rappresentate dagli avvocati Vittorio Fucci e Massimiliano Cornacchione – va aggiunto anche A:L, fratello di C.L., coinvolto nello 'scontro iniziale, che sarebbe riuscito a fuggire e ad evitare i colpi che sarebbero stati sparati al suo indirizzo.