C'è anche Saverio Sparandeo, 60 anni, di Benevento, attualmente detenuto, tra le ventidue persone -le altre sono di Napoli e di Castellammare di Stabia- di cui il pm della Dda Giuseppe Cimmarotta ha chiesto il rinvio a giudizio in una inchiesta antiracket.
Difeso dagli avvocati Antonio Leone e Luca Russo, a Sparandeo è contestata una estorsione, aggravata dal metodo camorristico, ai danni di un imprenditore.
La vicenda è antecedente al dicembre del 2013: secondo gli inquirenti, avrebbe indotto il costruttore del palazzo Passarelli, al viale Atlantici, a corrispondergli in più tranche la somma di 60mila euro, . mediante minaccia “concretatasi nella valenza intimidatoria derivante dalla sua riconducibilità al clan Sparandeo”.
Il 4 maggio l'udienza preliminare dinanzi al gup di Napoli, che dovrà pronunciarsi su una indagine che riguarda, con l'eccezione di quella attribuita a Sparandeo, una serie di estorsioni che sarebbero state messe a segno a Castellammare di Stabia da imputati ritenuti riconducibili al clan D'Alessandro.