Due omicidi, condanne per 48 anni: ora sono diventati 30

Pena rideterminata per Paolo Spitaletta, 52 anni, di Tocco Caudio, per delitti Improta e Parente

due omicidi condanne per 48 anni ora sono diventati 30

Oggi una ulteriore condanna a 2 ani per sequestro di persona

Benevento.  

Rideterminata in 30 anni complessivi la pena a carico di Paolo Spitaletta (avvocato Antonio Leone), 52 anni, di Tocco Caudio, che tra dicembre del 2019 e gennaio del 2020 aveva subito due condanne: la prima, a 18 anni, per la rapina e l'omicidio preterintenzionale di Giovanni Parente, 83 anni, di Montesarchio, morto all'ospedale Rummo due settimane dopo il raid di cui il 10 aprile del 2018 era rimasto vittima, insieme alla sorella 85enne, nella sua abitazione; l'altra a 30 anni, con rito abbreviato, per il delitto di Valentino Improta, 26 anni, di Montesarchio, che il 4 maggio del 2018 era stato rinvenuto senza vita, ucciso con due colpi di fucile a canne mozze e carbonizzato, sul monte Taburno, in una Fiat Punto, intestata alla madre del giovane, ferma alla località Cepino di Tocco Caudio, nelle vicinanze di un'area pic-nic. Due storie terribili e legate tra loro perchè la rpina in casa dell'anzianorappresenta il movente dell'omicidio di Improta. Quest'ultimo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe partecipato all'incursione, per la quale aveva ricevuto un avviso di garanzia. Avrebbe minacciato Spitaletta di chiamarlo in correità se, nel caso in cui fosse stato arrestato, non avesse ricevuto assistenza economica per sé e la sua famiglia, anche per sostenere le spese legali per la propria difesa.

Parole che avrebbero indotto Spitaletta, nel timore che Improta potesse collaborare con la giustizia per alleggerire la sua posizione, ad organizzare, in concorso con un'altra persona, condannata a 18 anni, l'omicidio del giovane.

Non è finita: per Spitaletta si è aggiunta oggi una ulteriore condanna a 2 anni decisa dal giudice Sergio Pezza. Era imputato di sequestro di persona, lesioni e tentata violenza privata, accuse contestate in relazione ad un episodio del quale erano rimasti vittime due fratelli di Tocco Caudio, condotti in una zona di campagna, minacciati e picchiati per indurli a confessare di essere i presunti autori di un furto compiuto alcuni giorni prima. Quando nel mirino era finita l'abitazione del suocero di un 30enne di Montesarchio – per lui, assistito dall'avvocato Pierluigi Pugliese, 8 mesi, nel 2018, con rito abbreviato -, diventata il teatro di un'incursione messa a segno mentre il giovane era impegnato nella promessa di matrimonio. Un colpo che aveva fruttato un bottino di oro, soldi ed una pistola detenuta legalmente.