E' una storia delicatissima che rimanda in qualche modo, seguendola in scia, a quella che nelle scorse settimane ha occupato le cronache nazionali: la presunta relazione scoperta, a Roma, tra la preside di un Liceo ed uno studente. Due persone maggiorenni – lui lo era già all'epoca dei fatti -, diverso il caso finito al centro di una inchiesta diretta dal sostituto procuratore Assunta Tillo e condotta dai carabinieri.
Ipotizza una presunta violenza sessuale contestata ad una docente di Benevento, della quale avrebbe fatto le spese un 12enne, alunno della scuola media di un centro della Valle Caudina in cui lei insegna. Meglio: insegnava, perchè è scattata, anche su richiesta dell'interessata, la sospensione dal servizio. Mossa inevitabile dopo la perquisizione subita un paio di settimane fa, nel corso della quale le era stato sequestrato il cellulare. Un provvedimento impugnato dall'avvocato Angelo Leone dinanzi al Tribunale del riesame, con un ricorso al quale questa mattina ha rinunciato.
L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata a fine marzo dai genitori del minore, che avrebbe raccontato di essere stato il 'bersaglio' di una particolare attenzione da parte della professoressa. Lei lo avrebbe baciato, entrambi si sarebbero scambiati dei toccamenti, oltre ad una serie di messaggi attraverso una chat.
Resta da capire, ovviamente, se le condotte descritte siano vere o rappresentino, invece, il frutto di una fantasia che il ragazzino potrebbe aver coltivato, attribuendo una valenza morbosa a gesti e parole, interpretati nel senso opposto a quello di una affettuosità e di una disponibilità espresse da una insegnante.
Una vicenda ancora da chiarire, dunque, che ha comprensibilmente turbato i papà e le mamme dei giovanissimi che frequentano la scuola: non mancano i dubbi, come è ovvio che sia, anche se è molto forte lo stupore per ciò che potrebbe essersi verificato. Lei dietro la cattedra, lui 12enne.